BALLABIO – C’è un grande consiglio che vale per tutti: quando si attraversa una galleria controllare e appuntarsi i punti dove si trovano i rifugi interni. È una raccomandazione emersa durante la lezione sulle maxi emergenze, rivolta ai volontari che si stanno preparando a impegnarsi sulle ambulanze del 118.
Durante la serata c’è stata una sorpresa con un presenza di peso in Croce Rossa Valsassina a Balisio, mercoledì. Claudio Mare – nella foto in copertina –, il nuovo direttore della AAT Lecco (ossia l’ex 118 di Lecco, ora definito Articolazione Aziendale Territoriale di Areu), è arrivato inatteso approfittando della lezione sull’argomento di Matteo Selva, referente della Unità grandi emergenze dell’azienda ospedaliera di Lecco.
Alla Croce Rossa di Balisio sono in diciassette a prepararsi da più di un anno per diventare volontari effettivi, ma ieri sera in sala c’erano anche molti veterani oltre alla responsabile Marida Passoni e all’istruttore Roberto Regazzoni.
“Sto visitando tutte le associazioni impegnate nel soccorso sanitario. È importante incontrare e conoscere le realtà con le quali l’AAT lavora” ha spiegato Claudio Mare, responsabile anche della AAT di Brescia. Il suo incarico di direttore a Lecco è pro tempore, nomina voluta dopo gli ultimi strascichi giudiziari che hanno riguardato questa posizione. Areu ha scelto di inviare qui una persona di grande esperienza ed ‘esterna’. Il nuovo direttore Mare, infatti, è il medico che nel 2007 avviò la centrale di Varese, da lui poi diretta per anni.
Qualcuno tra i presenti ha osservato che un incontro in sede con il vertice della AAT non si era mai visto, almeno da una dozzina di anni in qua. Mare sta quindi cambiando il rapporto con il territorio, rendendolo più diretto.
A Balisio si è parlato esclusivamente di maxi emergenze sanitarie, quelle create da eventi che coinvolgono numerose persone, quali un incidente ferroviario, in galleria con diversi veicoli coinvolti o ancora all’interno di un impianto produttivo.
In questi casi si attiva una rete di soccorso particolare, si tratta di una organizzazione complessa che cerca di portare efficienza in situazioni di per sé difficili e confuse e lo fa attraverso protocolli (sequenze di azioni) rigidi e collaudati, in maniera che l’azione dei soccorritori sia coordinata ed efficace.
“Nel nostro territorio siamo preparati soprattutto per grandi emergenze dovute a incidenti in galleria, vista la numerosa presenza lungo la SS36“. – ha raccontato Matteo Selva, infermiere specializzato, nel 2007 arrivato primo sul podio dei campionati mondiali del soccorso – “Nel campo della prevenzione consiglio sempre a tutti di fare un appunto mentale sulla localizzazione dei rifugi in galleria, mentre la si attraversa. Perché se scoppia un incendio sono posti assicurati da porte ignifughe capaci di resistere anche a due ore di fuoco vivo, al loro interno c’è aria pulita proveniente da impianti di aerazione collegati con l’esterno, c’è sempre luce perché l’energia elettrica arriva da cavi autonomi. Una galleria è punteggiata di cartelli che ne indicano la distanza”. Insomm,a nella disgraziata ipotesi di un incendio sapere già qual è la direzione del rifugio più vicino è certamente un vantaggio per gli automobilisti lì di passaggio.
Chi invece si trova a soccorrere, soprattutto l’equipaggio della prima ambulanza sul posto, dovrà essere di riferimento per i soccorsi successivi, dando indicazioni sulla natura e la dimensione dell’accaduto e avviando la primaria valutazione dei feriti, in maniera che entro una decina di minuti tutte le persone coinvolte siano state inquadrate in una scala di priorità d’intervento. Nel frattempo nella stessa manciata di minuti, a monte, si attiva una organizzazione capace di mandare in posto il numero corretto di mezzi e di operatori sanitari. Tutti i volontari nelle ambulanze devono essere capaci di affrontare simili evenienze.
Sotto l’immagine dei volontari ‘vecchi’ e nuovi presenti alla lezione
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