“Oggi vi è nato un Salvatore, Cristo Signore!” Sono duemila anni che la liturgia ci ripete queste parole, ma il mondo non sembra salvato! Sarà stata una falsa notizia di cattivo gusto? Oppure c’è una via per trovare la salvezza e ci passiamo accanto senza vederla?
“Questo è il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia”. Un bambino incapace di muoversi per salvare il mondo? Un povero bambino deposto in una mangiatoria per vincere il male sempre più potente?
Si, questo è il segno della salvezza: un neonato avvolto nelle stesse bende che fasceranno il suo corpo adulto martoriato: offrire un bambino inerme e povero ai potenti, ai violenti, ai ricchi: immettere dinamiche diverse da quelle della rivalità, della legge del più forte. Per liberarci dalla menzogna, dalla vanità, bisognava regalarci un bimbo semplice e povero, che era anche il Figlio di Dio Altissimo.
Dov’è dunque la salvezza? Nella libertà inaugurata da questo bambino consegnato alla nostra follia. Natale è l’offerta della novità: Natale ci regala un nuovo modo di vivere: disarmato, mite, fiducioso come quello di un neonato.
Ma è possibile vivere così nel nostro mondo? Si che è possibile, se ci fidiamo di Dio! Perché a Dio vivente è impossibile!
“Signore, Tu ci sei! Tu sei con noi, teneramente, fortemente, eternamente, per sempre!”
Don Graziano vicario parrocchiale
Domenica 25 dicembre 2016
Natale di Nostro Signore