LECCO – Nella sala conferenze dell’ATS, alle Piazze, in corso in questi minuti l’assemblea dei sindaci del Distretto dedicata all’accordo territoriale sull’accoglienza dei migranti, tema che divide e vede diverse amministrazioni del territorio in posizione critica rispetto alla gestione dei richiedenti asilo nel Lecchese, specie all’approssimarsi della chiusura del campo al Bione. I sindaci riuniti nel pomeriggio vogliono chiarezza soprattutto sulla destinazione di centinaia di profughi da sistemare rapidamente (si presume già a luglio).
E sono in particolare i borgomastri dei paesi più piccoli, di varie realtà di Lario e valli, a preoccuparsi visto che spesso proprio nelle aree maggiormente decentrate sono stati inviati contingenti numerosi di richiedenti asilo, anche in situazioni non agevoli e con il rischio di relazioni “difficili” (vedi la questione di Cremeno dove gli accolti sono ben oltre quota cento nella minuscola zona delle Casere di Maggio).
Annunciata la posizione critica tra gli altri del Comune di Crandola Valsassina, per bocca del suo sindaco Matteo Manzoni.
No pure da Colico, Bellano, Ballabio e Pescate, mentre il sindaco di Oliveto Lario Bruno Polti aveva già dichiarato di non voler essere presente, data la assoluta contrarietà del suo municipio all’accoglienza dei migranti sul territorio della provincia.
In mattinata sul tema aveva gettato benzina sul fuoco il segretario provinciale della Lega Nord, Flavio Nogara, che ha attaccato il presidente della Comunità Montana di Valsassina e Lago Carlo Signorelli – definito dall’esponente locale del Carroccio “affittacamere”, reo di aver “condannato i sindaci all’accoglienza”.
Fin da subito comunque l’assemblea ha messo in luce, con i dati ufficiali del Distretto, una distribuzione “disomogenea”. Vanno fatti passi avanti nella qualità, aumentando il numero di Comuni che accolgono per avere numeri minori per singola località e non creare “emergenza sociale”. Nell’Ambito di Bellano ben 312 persone ospitate tra Valsassina e lago, male invece Merate e Brianza con appena 200 migranti in un’area assai più popolata. Zona che – è stato detto – “Non è riuscita a dare risposta adeguata”. Il grosso di queste presenza è nel comune di Airuno, che insieme a Lecco e Cremeno è il Comune che ha dato di più.
Di seguito, i temi in discussione a Lecco, così come sono stati presentati ai sindaci convenuti:
Dal presidente dell’Ambito brianzolo, il sindaco di Casatenovo Filippo Galbiati, l’appello iniziale a “Lavorare tutti insieme per migliorare la situazione di tutti. Lo sforzo di governare lo si può fare dando qualcosa di più in termini di coinvolgimento dei nostri Comuni. Se no le soluzioni ci vengono imposte dall’alto come a Carenno; dobbiamo cercare di limitare quel numero, dicendo che a livello nazionale siamo a posto (coi numeri) ma migliorare la qualità all’interno”.