AREE INTERNE, INCONTRO A CASARGO. CONTENUTI OK, PRESENTI “POCHI MA BUONI”. A PARTIRE DAL PADRE DELLA STRATEGIA



BORGHI E FRAGOMELICASARGO – Lo spunto era dato dalla presentazione del volume Piccole Italie. Le aree interne e la questione territoriale, il disegnatore della strategia che cerca di dare centralità alla montagna. curato dal deputato democratico Enrico Borghi, membro della commissione Ambiente, Territorio e Lavori pubblici, consigliere delegato del Governo per l’attuazione della Strategia Nazionale Aree Interne e presidente nazionale Uncem (Unione nazionale comuni comunità enti montani). In pratica, il padre di quel progetto (le “Aree Interne” appunto) che porterà in complesso quasi venti milioni di euro sul nostro territorio. Accompagnato dal parlamentare a sua volta PD Gian mario Fragomeli, che ha ricordato come la montagna è risorsa anche per la pianura.

piccole italie

Borghi affonda il suo pensiero nelle radici storiche di Vanoni e Fanfani, ma esprime con modernità il valore e l’importanza del policentrismo tipicamente italiano. La montagna vista non come “Elemento di arretratezza con logica assistenzialista e paternalistica, bensì luogo dell’innovazione dal basso, dove conta anche la qualità della vita, dove c’è flessibilità e capacità di adattamento” risorsa utile quest’ultima in periodi di veloci cambiamenti come gli attuali.

All’appuntamento è intervenuto anche il sottosegretario regionale Ugo Parolo, delegato ai Rapporti con il Consiglio regionale, Politiche per la montagna, Macroregione alpina (Eusalp), Quattro motori per l’Europa e Programmazione negoziata. Ma molte erano le presenze istituzionali tra sindaci, esponenti della Provincia e della regione ed altri ancora. Una sala civica del municipio ‘qualitativa’ dunque, ma non strapiena: se ne è in qualche modo scusata la sindaca Pina Scarpa (“Sono tornata ieri dalle ferie”…).

AREE INTERNE TAVOLOIl senso dell’incontro, ben evidenziato da Borghi prima e da Parolo poi: le zone svantaggiate in Lombardia rappresentano una parte significativa del territorio ma solo il 10% della popolazione (e del corpo elettorale aggiungiamo noi, ndr). La voce di queste aree va fatta sentire, comunemente, abbandonando se possibile le logiche partitiche e lavorando per il bene di questi ambiti, nei quali come ha correttamente sottolineato la sindaca di Taceno Marisa Fondra (“capo cordata” di Aree Interne tra Valsassina e Lago) “Servono interventi che, da soli, i singoli paesi non possono intraprendere”.

Quella del bando vinto dai nostri territori è un’occasione speciale, che va colta cercando di far sì che questi (tanti) soldi non vengano spesi come un tempo, “a pioggia”, ma riescano in qualche modo a “seminare”, lasciando ricadute positive anche per il futuro.

HANNO DETTO

Flavio Polano – presidente Provincia di Lecco
“Speriamo che sia un progetto che duri oltre i tre anni; ci sono tanti soldi usiamoli bene. Ricordarsi sempre dei territori periferici nella dualità con le aree metropolitane”.

Marisa Fondra – sindaca di Taceno e coordinatrice progetto Aree Interne
FONDRA DIBATTITO“Queste nostre aree non rappresentano solo disagio e carenza di servizi; le Aree interne offrono paesaggi unici e cultura, vincono sfide impossibili come Wikimania, il Mondiale di corsa in montagna a Premana, la vela a Dervio, Bellano che si candida ad essere tra le capitali europee della cultura, i presupposti ci sono… Quel che da soli non possiamo fare riguarda trasporti, salute, formazione, occupazione e reti d’impresa. Siamo a metà percorso, c’è tanto da fare e le risorse in realtà non sono tante, quindi impegniamoci a far continuare questo progetto”.

Mauro Piazza – consigliere regionale
“Ringrazio Borghi, anni fa ha usato parole importanti e intelligenti asul tema della montagna. Quando parliamo delle nostre zone dobbiamo uscire dal complesso da figli di un dio minore perché siamo territori ad altissima potenzialità. La politica è questo: due sindaci si sono messi in testa di fare Aree interne, poi sono diventati sei, poi il gruppo di adesso. Dobbiamo inventarcele, queste cose; avere risposte adeguate ai bisogni di queste comunità. Come ad esempio il Prest, il primo è sorto in Valsassina: è stato più facile iniziare da qui la collaborazione con i medici e le farmacie”.

Raffaele Straniero – consigliere regionale
Siamo a un anno dalla presentazione della progettualità Aree interne a Barzio, che è una importante svolta per l’attenzione alla specificità dei territori. Occasione per investire sui servizi, è un punto di partenza non di arrivo, una grande opportunità. Il ruolo della Comunità Montana è spingere i Comuni a lavorare insieme”.

Elide Codega – sindaca di Premana
AREE INTERNE LIBRO GENTE2“A 90 giorni dalla mia elezione mi chiedo se è significativo essere sindaco o se non bastasse un semplice bravo dipendente pubblico, tanto i Comuni con i loro vincoli di bilancio sono ingessati a rispettare delle norme che sono statali, decise a Roma. I miei sogni di nuova amministratrice si sono ridimensionati. Contrastare lo spopolamento di Premana ad esempio è un obiettivo, ma che fatica raggiungerlo!”

Enrico Borghi – deputato, “padre” delle Aree Interne
“Nel libro si racconta una realtà policentrica, non un raccordo tra realtà metropolitane, aree interne e costa. Stiamo vivendo momenti delicati per la politica che viene descritta come corsa al potere. In questo modo la si degrada, si perde l’utopia e la speranza.
Bisogna, invece, sapere dove andare, partire da un dato valoriale e forzare la burocrazia a seguirlo. In questi anni si è riflettuto più sui contenitori che sui contenuti: cercare gli accorpamenti tra enti senza un vero progetto che guardasse ai bisogni dei territori.

Si è creato, così creato un vuoto che come in fisica è stato colmato, riempito da chi ha più struttura, col primato della burocrazia. Io sono anche sindaco, i sindaci sono stati eletti per fare politica che significa dare risposte funzionali ai cittadini. Il Comune non è una Asl, non si può accorpare con altri senza verificare le affinità tra territori al solo fine di ottenere economie di scala.

Certamente si possono forzare ad esempio i  Comuni della Valsassina a unirsi, ma è impossibile spostare le comunità ivi residenti.

Allora proviamo a ricostruire la trama della nostra storia non attraverso una legge nazionale, ma in una strategia che definisca gli obiettivi fidandosi della correlazione con le istituzioni. Dobbiamo trovare un meccanismo basato sui servizi alla cittadinanza e lo sviluppo”.

Nadia Alessi

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