Oggi non sono davvero pochi quelli che considerano il Vangelo e la missione di Gesù un fallimento! Altri, con apparente benevolenza, considerano il Vangelo un’utopia. A sostegno delle loro tesi, gli uni e gli altri presentano una serie di fatti che non si possono smentire: che, dopo duemila anni, i cristiani sono oggi nel mondo una minoranza; che questa stessa minoranza è smembrata in chiese e chiesuole assai discorsi tra loro su punti essenziali; che troppo spesso, nel passato e nel presente, le chiese cristiane hanno fatto della fede uno strumento di guerra e di sopraffazione.
Né si ferma qui il possibile elenco delle colpe dei cristiani, che tutti noi in qualche modo partecipiamo. C’è però da chiedersi: la divina validità del messaggio evangelico può essere annullata dalle colpe dei cristiani? Si può sostenere con sicurezza che, se gli individui e la società rinunziassero ai valori del Vangelo, si aprirebbe per loro un avvenire più degno e più alto?
Il dialogo tra Gesù e i discepoli ci dice che l’accettare e il praticare il Vangelo di Gesù non è un puro sviluppo di civiltà! Il Vangelo può essere accolto e può fruttare solo se l’uomo non si illude di essere egli stesso l’Assoluto!
Dove si è cancellata la stessa possibilità di Dio, non c’è posto per il Vangelo. Questo disse Gesù quando spiegò ai discepoli perché egli parlava in parabole. E la spiegazione che Gesù stesso dà della famosa parabola del seminatore insiste nel ricordarci che il semplice annunzio del Vangelo non garantisce il suo successo. Nella stessa parabola è anzi previsto che tale annunzio troppe volte e per diverse circostanze sarà fatto invano!
Ciò vuol dire che la fecondità o meno del Vangelo dipende dal modo come ognuno di voi lo accoglie!
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Don Graziano
vicario parrocchiale
Domenica 22 ottobre 2017
Rito Ambrosiano – Prima domenica dopo la Dedicazione
Giornata Missionaria Mondiale
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