Il giorno dei defunti è impregnato di un sentimento religioso nel quale l’affetto e i ricordi familiari si uniscono alla fede e alla speranza cristiana. Innanzitutto diciamo che oggi celebriamo la vita e non la morte!
La religione cristiana non celebra il culto della morte, ma della vita, e il riferimento onnipresente è la Risurrezione di Gesù. Perciò questo giorno del 2 novembre non è una commemorazione che favorisce la tristezza nostalgica e la malinconia autunnale, con il rimpianto delle persone amate che ci hanno lasciato, ma questo giorno del 2 novembre è un ricordo pieno di speranza che esprime e continua la comunione dei Santi celebrata ieri.
La morte è un dato di fatto che abbiamo sempre davanti agli occhi. La morte biologica, il suo lento annunciarsi nella malattia e nella vecchiaia, la sua presenza brutale negli incidenti e nelle catastrofi, costituisce il più sentito dei problemi umani, il massimo enigma della vita umana.
La filosofia, le scienze umane e la storia delle Religioni hanno dato, da sempre, risposte più o meno convincenti all’interrogativo della morte, formulato con questo dilemma basilare: la morte è una fine o un inizio? Ci aspetta un’altra vita o il nulla? Sopravviviamo o siamo annientati? Alal fine del cammino della vita c’è Dio o il vuoto più assoluto?
Gesù risorto è la risposta migliore e l’unica valida all’interrogativo sulla morte. Oggi è il giorno di vivere gioiosamente la nostra speranza cristiana e di proclamarne con fermezza l’articolo di fede del Credo: “Aspetto la Risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà.”
Don Graziano vicario parrocchiale
Giovedì 2 novembre 2017
Commemorazione di tutti i fedeli defunti