INTROBIO – Villa Migliavacca incaricherà un legale di tutelare il Comune davanti al Consiglio di Stato cui spetta decidere le sorti del “capannone Mariani”.
La storia del famoso capannone risale al 18 luglio del 1995, quando Mariani richiese al Comune l’autorizzazione ad ampliare di 150 metri quadri il suo capannone, ma vennero realizzati lavori per circa 670 metri quadri più una tettoia, da quel momento in poi è iniziata una lunga serie di episodi giudiziari con l’accusa di costruzione abusiva.
La prima richiesta di abbattimento arrivò il 13 marzo del 1997, inascoltata. Nel luglio del ’97 il giudice richiese il sequestro del capannone. A marzo del 2004 Mariani (che nel frattempo aveva cambiato diversi nomi di società) presentò domanda di condono edilizio, domanda rifiutata a febbraio 2005 dal Comune senonché qualche mese più tardi il Tar definì illegittimo il decreto dell’amministrazione. Il Comune di Introbio negò successivamente anche una sanatoria e l’ordine di demolizione, confermato da Appello e Cassazione – l’ultima volta nel giugno scorso -, più volte venne impugnato dai titolari dell’ampliamento.
Ora si è arrivati in Consiglio di Stato e l’amministrazione Airoldi intende tutelare gli interessi della comunità conferendo a un avvocato la difesa dell’Ente. Forse l’atto finale di una vicenda che dura da oltre un ventennio.