IL DOMENICALE DI R.B./TERRA, ACQUA E … SGULATRUN



“Mentre i cinque della difesa vanno avanti, i cinque attaccanti retrocedono
e così viceversa. Allora la gente pensa:
«Ma quelli che c’hanno cinque giocatori in più?»
Invece no, perché mentre i cinque vanno avanti,
gli altri cinque vanno indietro,
e durante questa confusione generale le squadre avversarie si diranno:
«Ah! Ah! Che cosa sta succedendo?». E non ci capiscono niente”.

(Oronzo Canà – L’allenatore nel pallone – 1984)


E adesso?

Torniamo a casa.

Terra, acqua, aria. Per il fuoco avrò tempo.

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lecco ballabio codaComincio dalla terra.

Per dire, prima di tutto, che non è colpa dell’ANAS.

Ma nostra.

Sì, perché se l’ANAS ha deciso di chiuderci un’arteria senza interpellare nessuno (almeno così mi è sembrato di capire) vuol dire che per lei (o loro, ma cambia niente) non contiamo nulla e possiamo rischiare ogni giorno l’infarto.

Perciò dico che è colpa nostra.

E’ colpa nostra perché, sciaguratamente, abbiamo la cattiva abitudine di presentarci ovunque con il cappello in mano, quasi fossimo noi a dover chiedere scusa.

E’ colpa nostra perché ogni volta che dovremmo dimostrare di essere uniti ed in grado non solo di alzare la voce qua e là tanto per provare se l’eco funziona, ci dividiamo.

E’ colpa nostra perché, aldilà delle buone intenzioni che finiscono con tutto il resto nel sacco trasparente, ci contraddistingue la nostra inettitudine ad essere squadra.

E volete sapere perché, secondo il vostro giornalaio della domenica, non riusciamo in questo disperato ma indispensabile tentativo?

Ci sono troppi presidenti e manca l’allenatore.

E, forse, anche un buon direttore sportivo.

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Non siamo obbligati a capire tutto ciò che ci accade intorno, ma in certi momenti, sarete d’accordo con me, il disorientamento può essere pressoché totale.

Un caso.

CAPTAZIONE TORRENTE PER CENTRALINA IDROELETTRICASuccede che in un certo paese di una certa valle una certa ditta acquisisca il diritto di costruire una certa centrale su un certo torrente.

Già il fatto che una certa ditta possa avere dei diritti su un certo torrente che una certa Signora nonché Madre Natura ha messo lì per uno scopo ben preciso suona male, anzi, malissimo.

Diciamo che il popolo di quel certo paese si solleva contro la certa centrale sul certo torrente e metta in difficoltà chi deve decidere, anche perché la certa ditta potrebbe decidere di affossare le finanze del certo paese di quella certa valle.

Certo, ci si può ribellare, ma chi deve decidere, dopo alcuni round di studio, preferisce scendere dal ring e lasciare ad altri il compito di portare a termine il match.

Così in quel certo paese di una certa valle si torna a votare e il popolo che si era sollevato contro la certa centrale sul certo torrente sceglie di essere guidato da chi, invece, quella certa centrale l’aveva in fin dei conti voluta.

fraina poca acquaOra, a meno che la Signora nonché Madre Natura decida altrimenti nelle imperscrutabili modalità che ne caratterizzano l’operato da miliardi di anni, la certa centrale si farà.

Cosa trovo di certo in tutto questo?

Due cose.

La prima: in quel certo paese di quella certa valle hanno scelto consapevolmente l’allenatore e il direttore sportivo.

La seconda: la Signora nonché Madre Natura farà il tifo contro.

Vinceranno il campionato? Chissà.

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Un giorno arriva uno nell’ufficio della direzione della Sagra. Non ricordo se entrando chiede permesso e saluta ma, visto il soggetto, tenderei ad escluderlo.

ELISOCCORSO A TERRA ESTATEIl Pucci, invece, lo saluta e prima di poter aggiungere altro (per semplificare un “ha bisogno?” oppure “i bagni sono avanti a destra prima del ristorante) il tipo si infila con la sua domanda.

Ghel miga ol sgulatrun quest’ann?”

Il Pucci, pur avendo una cultura dialettale enciclopedica ed essendo nipote di un illustre letterato della Val d’Intelvi, rimane folgorato.

Sgulatrun”, perbacco!

Ecco, da quest’anno, forse, sarà più facile vedere lo “sgulatrun”, visto che lì vicino agli stand sembra proprio possa essere realizzata una piazzola di atterraggio.

Quando venne decisa la posizione di questo sgulatrunporto vivevamo però in un’altra epoca.

Fornace - Comunità montana (9)Alla Fornace non c’era nessuno tranne un ammasso di mattoni e due ruderi da ristrutturare (fatto: adesso abbiamo un rudere ristrutturato e un museo chiuso in attesa di un’anima caritatevole) più la cosiddetta Villa Merlo. Forse, dico forse, non era neppure stata costruita la sede della Montana Comunità.

Sembrava il posto giusto: vicino alla strada ma fuori dalle balle e dal traffico, insomma condizioni favorevolissime.

Poi, però, le cose sono cambiate.

Adesso in quella che una volta era una landa semideserta ravvivata dai suoni provenienti da auto con i vetri appannati ci sono la Sagra, le Manifestazioni Zootecniche, il Nameless; ogni anno qualcuno organizza gare di motociclismo anche importanti; vi comincia e vi finisce, a seconda dei casi, la ciclabile con conseguente afflusso di auto e ciclisti; le due antiche stalle sono diventati agriturismi assai frequentati; la nuova palazzina si riempie spesso ed il luogo si è dimostrato ideale per organizzarci manifestazioni sportive di vario genere.

Insomma, quel sito è rimasto vicino alla strada ma è finito suo malgrado in mezzo alle balle di tutti per periodi più o meno lunghi dell’anno. Quindi mi chiedo: sarà opportuno? E, soprattutto, del tutto sicuro?

Ma vuolsi così colà, e più non dimando nella certezza, in ogni caso, di non avere risposte.

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E adesso?

A pensarci bene, oltre al direttore sportivo e all’allenatore ci manca anche un regista.

Riuscisse nell’intento vincerebbe di sicuro l’Oscar.

Buona domenica.

 

 

 

 

 

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