Gesù avverte che, per comprendere il mistero di Dio, la gente semplice è avvantaggiata sui dotti, anche sugli stessi teologi, se sono soltanto dei sapienti, posseduti dall’orgoglio dottrinale. I credenti del popolo sono capaci di capire Dio, perchè anche loro sono la Chiesa, depositaria della rivelazione di Dio. Anzi, questi poveri di spirito, che umilmente si aprono a Gesù e ai fratelli, sono i preferiti dal Dio sorprendente e paradossale della stira biblica che capovolge le nostre categorie umane.
“Nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare”, ed egli preferisce farlo agli umili e ai semplici, siano questi sapienti o ignoranti.
Perciò, di per se non crede di più chi è più sapiente, chi conosce di più la teologia e la Bibbia o chi appartiene a un’ èlite consacrata; e nemmeno è impossibilitato a credere e a capire Dio l’incolto e l’ ignorante, o chi sta sull’ultimo gradino della scala sociale.
Questa è la ragione per cui, a volte, troviamo gente semplice, quasi senza studi o di capacità intellettuali molto limitate ma di grande fede, che capisce per esperienza vissuta le cose di Dio e intuisce la volontà del Signore con maggior sicurezza di certi investigatori della Bibbia e della Teologia.
Santa Teresa d’Avila non ha studiato teologia a Salamanca; e tuttavia ottenne da Dio tanta sapienza spirituale da essere proclamata dottore della Chiesa universale.
Certamente, unendo entrambe le cose: fede e scienza, sapienza e umiltà di spirito saremo nella situazione ideale.
Don Graziano
vicario parrocchiale
Domenica 1 luglio 2018
Sesta domenica dopo Pentecoste
Vangelo Mt 11, 25 – 30
Rito Ambrosiano