LONDRA – Dalla Valsassina al Regno Unito: un nuovo appuntamento di questa rubrica, una sorta di diario-racconto, un manualetto, sulle esperienze oltre le colonne d’Ercole del Pioverna. Oggi e nelle settimane a venire ci terrà compagnia Davide, 28enne di Pasturo, collaboratore di VN partito a giugno con la moglie in direzione Londra. Biglietto di sola andata, con l’intenzione di provare a farsi una vita in Inghilterra – da dove continua a scrivere per il nostro giornale.
Tanti sono i compatrioti/lettori lontani dalle nostre Valli. Ecco allora l’idea di questa rubrica aperta ai contributi di tutti coloro i quali ovunque si trovino portino nel cuore i nostri paesi: per raccontare le vostre esperienze a chi è rimasto, condividere con la community di Valsassinanews l’estate trascorsa “altrove”, dare suggerimenti su luoghi meravigliosi da visitare a tutti i costi o, perché no, mettere in guardia da ambienti impossibili da frequentare e da cui è meglio stare alla larga.
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Una delle maggiori preoccupazioni per l’italiano all’estero è e sempre sarà il cibo. “Come fare a meno della pizza e della pasta? Troverò un ristorante in cui siano capaci di preparare le prelibatezze italiane? E se non trovassi gli ingredienti al supermercato?”.
Ovviamente non possiamo pretendere di trovare all’estero ciò che troviamo nei nostri supermercati, tantomeno allo stesso prezzo. I prodotti tipici del nostro paese si trovano solitamente a prezzi maggiorati (come è anche giusto che sia), e non sempre si riesce a trovare ciò che cerchiamo. Se la pasta e il sugo (specialmente il cosiddetto “bolognese”, particolarmente in voga all’estero) si trovano dovunque, per preparare piatti tipici come polenta o pizzoccheri bisogna esplorare meticolosamente o portarsi gli ingredienti da casa.
Lo stesso discorso vale per i formaggi: sognatevi la varietà e la qualità dei formaggi nostrani. Anche qui il formaggio esiste ovviamente, dalla mozzarella al classico cheddar presente in ogni supermercato. Ma riguardo a gorgonzola e taleggi vari, meglio mettersi l’anima in pace.
Ovviamente anche la questione cibo è soggettiva, e dipende dai gusti personali. Pur apprezzando pienamente la cucina italiana, personalmente amo sperimentare i piatti tipici e i prodotti di ogni paese. Il porridge – piatto tipico britannico ma non solo, ottenuto facendo bollire cereali con latte o acqua – è ormai la mia colazione fissa, ma durante la settimana non manca mai una bella pasta col pesto.
Vivere in una città internazionale come Londra ti permette poi di trovare qualsiasi tipo di cibo a “un tiro di schioppo”. Cosa impensabile per la Valsassina: se vuoi una pizza d’asporto va bene, ma per un sushi o un involtino primavera bisogna sempre muoversi – almeno – fino a Lecco.
Davide Invernizzi
per Valsassinanews
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