MORTA MARTINA GALPERTI, COI SUOI 106 ANNI ERA LA NONNA DI TUTTA LA VALSASSINA (E NON SOLO)



CORTENOVA – “So ‘n po’ storna… el gamp i è ‘n po’ stupidele“. Aveva ancora tanta voglia di scherzare Martina Galperti a febbraio, nel giorno del suo 106esimo compleanno. Se n’è andata in queste ore la più anziana della Valsassina, portandosi via il suo secolo abbondante di vita.

Le esequie si terranno oggi, venerdì alle 15:30 nella chiesa di Prato San Pietro.

Passati i cento anni, a Prato San Pietro ogni 11 febbraio era una festa, ci raccontava che la testa stava bene si teneva in forma con le parole crociate e recitava poesie che ha imparato cent’anni fa dedicate al traforo del Monte Bianco -, un po’ meno sicuro era l’udito mentre le più dispettose sono state le gambe.

In copertina la signora Martina sorridente tra i parenti e il sindaco Benedetti al suo più recente compleanno, a destra uno scatto le figlie due anni fa.

 

Così si raccontò a Valsassinanews in occasione del compleanno n° 102:

Madre di quattro figli (Giovanbattista, Elisabetta, Ermelinda, Giovanna), ha passato la sua vita al fianco del marito, Giovanni Cattaneo, sposato nel 1933 all’età di 21 anni. Ci racconta di come la vita sia cambiata da quando era giovane: allora non c’erano le comodità di oggi, e il mangiare era quello che era, sempre uguale, con alla mattina i granèi (una polentina allungata nel latte), a mezzogiorno un piatto di polenta e la sera una minestra, o al massimo un po’ di castagne e patate. Solo a Natale, oltre alla polenta di mangiava il barèl, ovvero l’agnello preparato per la festa, oltre a qualche mandarino o gramolino.

Martina ha una memoria di ferro: ricorda ancora bene i tempi delle scuole, quando i maestri Angelo Bottelli e Maria Berera insegnavano nella elementare dell’allora ancora più piccolo Prato San Pietro, prima di terminare gli studi a Cortenova, dove si facevano la 4a e la 5a sotto il maestro Vanotti

Ricorda distintamente anche la paura che si viveva nel periodo della seconda guerra mondiale, quando i tedeschi rastrellavano i nostri borghi e una mitraglia era stata montata in un’abitazione del paese. Ma i brutti ricordi spariscono subito ripensando alla sua giovinezza: “Bastava una torta e un fiasco di vino e si faceva festa e si cantava fino a quando era ora di dormire. Alcuni addirittura andavano in strada a mangiare, seduti sulle panchine. Si portavano la minestra per stare insieme”. E la festa del paese, dedicata già allora a Santa Maria Maddalena era una vera festa perché si faceva solo quando il giorno cadeva di domenica, con una processione, il falò in taech e tutto il paese adornato con fiori e porte trionfali.

Anche quando nelle case arrivarono le prime televisioni era una festa: tutti si radunavano nelle poche abitazioni che avevano già la TV o nei bar per vedere il Carosello, Sanremo o qualche evento sportivo di particolare interesse.

Ricordi vivi nella memoria di Martina, che a più di cento anni si dimostra ancora in piena forma, con mente lucida e solo qualche inevitabile acciacco dell’età: “Sto bene, faccio le mie cure ma sono circondata dalla mia famiglia e mi vogliono tutti bene. Non mi sono mai lasciata andare, non mi sono mai disperata se le cose andavano male, sono sempre stata contenta”. 
Che sia questo il segreto della longevità? 

 

 

 

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