DON GABRIELE COMMENTA IL VANGELO DELLA PRIMA DOMENICA DI QUARESIMA



Il Vangelo di oggi è come la preparazione di Gesù al suo ministero pubblico e soprattutto al compimento della sua missione, fino alla morte e risurrezione, cioè la Pasqua.

Raccogliamo tre attualizzazioni.

  1. “Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto per essere tentato dal diavolo”. Non dobbiamo pensare che lo Spirito volesse far cadere Gesù nelle tentazioni del diavolo; lo Spirito conduce sì Gesù nel deserto, ma non per farlo cadere, bensì perché ne venga messo in evidenza il suo essere Figlio di Dio e la sua forza morale. Anche per noi, è nelle prove e nelle difficoltà della vita che manifestiamo ciò che realmente siamo, mentre è la mollezza della vita l’arma propria con la quale il diavolo, specialmente nel mondo in cui viviamo, cerca di allontanarci dall’umanità che c’è in noi, dagli altri e da Dio: la mollezza che diventa ricerca di piacere e di comodità senza riguardo per alcuno.
  1. Il deserto e il digiuno hanno senso e valore se fanno emergere ciò che davvero conta, e per Gesù – lo si capisce dalle sue risposte nelle tentazioni – ciò che conta è il Padre e la sua volontà. Anche per noi ogni rinuncia o proposito quaresimale hanno senso e valore se esprimono la nostra adesione al Padre e alla sua volontà. Mettendosi in questa situazione di deserto e di prova, Gesù fa suo anche il cammino faticoso di tutta l’umanità quasi volesse dire ad ogni uomo: “Io sono con te, nel luogo della tentazione e della prova, ma anche nel luogo del silenzio e delle scelte più profonde e importanti. Non farti trascinare via da facili illusioni o da inganni che ti fanno perdere la tua umanità, il tuo legame con gli altri e il tuo essere figlio di Dio”.
  1. Il cammino di Gesù che ci propone oggi il Vangelo si attualizza per noi nel camino quaresimale. Come per Gesù la sua permanenza nel deserto è stata sì di privazione, ma perché emergesse ciò che davvero per Lui contava sopra ogni cosa (dirà: “Mio cibo è compiere la volontà del Padre mio”), così anche noi siamo sospinti dallo Spirito in questo tempo quaresimale che è sì tempo di rinuncia e di penitenza, ma perché la nostra vita diventi più ricca di significato e di valore, più pienamente umana e santa, più conforme al vero discepolo di Gesù.

E con noi, dice Papa Francesco, anche tutta la creazione è protesa verso la rivelazione dei figli di Dio (Rom. 8,19); cioè: se l’uomo vive da figlio di Dio, egli fa del bene anche al creato, risanando in esso le ferite causate dal proprio peccato.


Don Gabriele
vicario parrocchiale

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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