MILANO – Il Rapporto sullo stato delle foreste in Lombardia 2017 è stato presentato alle Commissioni Agricoltura e Montagna di Regione Lombardia: vi si legge che la superficie forestale è monitorata dalla Carta forestale regionale ed è stimata in 619.893 ettari di boschi, pari al 26% del territorio regionale, di cui 23.000 ettari di boschi e pascoli proprietà di Regione Lombardia che formano il grande patrimonio verde della collettività lombarda.
Le Foreste regionali sono un importante patrimonio costituito da 20 complessi forestali e 34 alpeggi, certificato secondo gli schemi internazionali e tutelato anche a livello europeo, grazie all’istituzione di alcuni siti di Rete Natura 2000. “Il bosco, come gli altri ecosistemi , è una risorsa in crescita che ha bisogno di essere gestito con continuità, tutelato e valorizzato – sottolinea il presidente di ERSAF Alessandro Fede Pellone – in quanto fonte di prodotti e servizi fondamentali per l’uomo e per la realizzazione di un futuro sostenibile”.
È lo stesso messaggio che è stato lanciato dal World Forum on Urban Forests, organizzato dalla FAO a Mantova al fine di novembre: il Mantova Challenge che ne è uscito invita tutte le città del mondo a migliorare la gestione degli alberi e delle foreste cittadine, dando vita a comunità più verdi, più sane, più felici e più inclusive.
Alcuni dati regionali
Si registra una progressiva crescita della superficie boscata lombarda che sta gradualmente prendendo il posto di pascoli e coltivazioni come risultato negativo conseguente all’abbandono delle aree rurali, in particolare di quelle più disagiate.
L’abbandono gestionale si riflette inevitabilmente sull’utilizzo del prodotto legnoso che nel 2017 è stato pari al 18% della biomassa forestale prodotta nell’anno, mentre in Europa si preleva in media il 60% e in Paesi come l’Austria si supera il 90%.
Il 72% viene destinato alla produzione di energia attraverso impianti tradizionali e centrali biomasse;
Solo il 27% viene utilizzato come legname da opera e per altri usi commerciali.
Considerato che la nostra industria del legno è tra le prime, la produzione quantitativa e qualitativa di legno immessa sul mercato è insufficiente e il settore legno-arredo deve necessariamente dipendere da altri Paesi.
Si stima che la popolazione lombarda, giunta a contare oltre 10 milioni di residenti, può contare solo su 618 metri quadrati bosco pro capite. Al confronto, i cittadini italiani dispongono in media di 1.700 metri quadrati di bosco; i cittadini europei di 3.200 metri quadrati e gli abitanti del Pianeta di circa 6.000 metri quadrati a testa.
In Lombardia, nell’ultimo decennio, si sono registrati mediamente 166 incendi all’anno che hanno interessato una superficie boschiva bruciata media 8,3 ettari a incendio.
La Lombardia ospita il 4,2% della superficie nazionale certificata e il 4,9% dei boschi lombardi sono certificati ( i principali sistemi di certificazione forestale riconosciuti a livello internazionale FSC® – Forest Stewardship Council – e PEFC™ – Programme for Endorsement of Forest Certification schemes – consentono di certificare, tramite standard tra loro differenti, una corretta gestione ambientale, sociale ed economica delle foreste e delle piantagioni (GF), ma anche prodotti da queste derivati e relativi passaggi di custodia fino al consumatore finale).
Alcuni dati provinciali
Brescia è la provincia che possiede sia la maggior quantità di boschi sia la maggior superficie territoriale, fattore che ne riduce in proporzione la rappresentatività e si traduce in un indice di boscosità pari al 36%. Ampie superfici forestali caratterizzano anche le province di Sondrio e Bergamo rispettivamente al secondo e terzo posto per la quantità di boschi e con un indice di boscosità pari al 39% e 41%. Oltre la metà dei boschi di pianura (62%) è localizzato nelle sole due province di Pavia e Varese e nella Città metropolitana di Milano mentre più variegata è la distribuzione del bosco collinare
Le province con il maggior numero di ettari in aree parco sono Brescia, Sondrio, Bergamo e la Città Metropolitana di Milano. Quest’ultima è anche quella con la più alta percentuale di territorio soggetto a questo tipo di tutela.
La provincia dove è stato richiesto più legname è Brescia, con 119.983 mc (20,5% della massa complessiva regionale). Seguono Bergamo (19,8%), Sondrio (17,9%), Varese (16,1%) e Como (10,7%). Queste prime cinque province detengono insieme l’85% della massa totale regionale richiesta.
Il legname da opera richiesto proviene principalmente dalle province di Sondrio, da dove arriva ben il 43,2% del volume totale richiesto in Lombardia per questo uso, Brescia (29,5%) e Bergamo (21,2%).
La provincia con il maggior volume di legname tagliato per finalità energetica quest’anno è Varese (21,6% del totale del legname
Nel 2017 si sono registrati 220 incendi boschivi che hanno percorso complessivamente la superficie di 4.292 ettari, di cui 2.288 boscati (53,3%). Nel 2017 la provincia maggiormente interessata dal fenomeno degli incendi boschivi in termini di numero di eventi è stata quella di Como, con 59 incendi; a seguire Brescia (53) e Pavia (25). Como conferma il primato anche per quanto concerne la superficie percorsa con 1.663 ettari pari al 38,7% della superficie percorsa totale, seguito da Brescia e Sondrio, rispettivamente con 998 e 522 ettari. Le province di Como, Brescia e Sondrio sono quelle con la maggiore incidenza del fenomeno degli incendi boschivi, sia per superficie totale percorsa dal fuoco, complessivamente 3.183 ettari (74% del totale), sia per superficie boscata, complessivamente 1.440 ettari (63%).
Lo sapevi che…
Nel complesso si assiste ad una graduale ripresa della coltivazione del castagno da frutto e, grazie anche ai risultati positivi ottenuti dalla lotta fitosanitaria al Cinipide del castagno (che dal 2014 non è più un insetto da quarantena), la produzione del 2017 stimata a livello regionale è di oltre 900 ton di castagne (media 2004-2008 547 ton, fonte ISTAT), destinate sia al consumo fresco che alla produzione di farina, oggi particolarmente apprezzata per le sue caratteristiche nutritive “gluten-free” che hanno generato un indotto diffuso che coinvolge diversi settori come la ristorazione, il turismo, l’artigianato.
Convenzionalmente si considera un bosco ben servito quando un operaio impiega complessivamente 30 minuti al giorno tra andata e ritorno dal luogo dove lascia l’autovettura al luogo di lavoro in bosco; poco servito quando impiega tra mezz’ora e un’ora; non servito quando è necessario oltre un’ora. I boschi di montagna, che interessano l’81% della superficie forestale regionale, registrano la percentuale più bassa di superficie boscata servita. Soffrono di questa carenza particolarmente le categorie forestali più vocate alla produzione legnosa come le faggete, i piceo-faggeti, le peccete, i lariceti, particolarmente nei medi e alti versanti, dove l’accesso al bosco costituisce frequentemente anche un modo indiretto per poter accedere ai pascoli.
Il vivaio forestale regionale di Curno (BG) è il vivaio della Regione Lombardia che si occupa della produzione di piante forestali autoctone di provenienza locale. Nel corso del 2017 sono state distribuite 99.077 piante (13.478 a titolo gratuito) per un totale di 823 ordini. La maggior parte del valore della produzione deriva dalle piante acquistate da clienti del settore privato (55,6% del totale), il 17,5% da Enti pubblici, il 13,3% è stato utilizzato nei cantieri di ERSAF, mentre il 13,6% è la quota di materiale a distribuzione gratuita. Nel corso di 10 anni sono state assegnate 1.253.000 piante circa, per un valore totale di quasi 1,9 milioni di euro.
LE FORESTE: COSA NE SANNO E COSA NE PENSANO I CITTADINI
I principali risultati del questionario proposto al pubblico lombardo nell’ambito del progetto Camminaforeste2017 estratto da “Il Libro verde delle Foreste Lombarde”.
L’indagine ha riguardato quasi esclusivamente cittadini lombardi (93,3%) e solo in minima parte residenti in altre province italiane (6%) o all’estero (0,7%). Il maggior numero di questionari proviene dalle province di Milano, Bergamo, Sondrio e Como, mentre dalle province di Pavia, Lodi, Cremona si sono raccolte poche risposte (meno del 4%). Il 55% dei cittadini che ha risposto abita in pianura, il 25% in collina, il 18% in montagna, il 2% sui laghi. Riguardo alla conoscenza dei boschi e alla loro estensione e composizione, le risposte sono in linea con i dati ufficiali: la maggioranza delle risposte (38,5%) ha infatti confermato una copertura forestale pari ad un quarto della Lombardia, che tale superficie è in aumento negli ultimi anni (60,4%) e che le tipologie forestali più rappresentate sono effettivamente le faggete ed i castagneti. Meno conosciuti, invece, il sistema ambientale di Rete Natura 2000 e i sistemi di Certificazioni Forestale internazionali PEFC e FSC: quasi due terzi degli intervistati non ne conoscono il significato e il loro funzione nel mondo forestale e ambientale. Dall’indagine emerge un discreto interesse per le foreste, sia al livello professionale (17,8%), che, soprattutto, a livello privato (58,4%), anche se più di un terzo degli intervistati dichiara di frequentare il bosco solo una a volta al mese o di non frequentarlo affatto. I motivi di attenzione al bosco si concentrano prevalentemente sulla frequentazione finalizzata allo svago, al benessere e all’escursionismo, molto meno per motivi di lavoro in senso stretto. A tal proposito di fronte alla domanda “Quale sensazione principale provi quando sei all’interno del bosco?” il 76,1% degli intervistati ha risposto con un “senso di benessere, salute fisica e pace interiore”. Sono preferiti i boschi in montagna, misti di conifere e latifoglie e con alberi di diversa dimensione. Chi visita i boschi lombardi ha piacere di trovare boschi non abbandonati, ben gestiti dal punto di vista selvicolturale e dotati di più segnaletica e sentieri attrezzati. Quindi una presenza attiva dell’uomo e di chi gestisce i boschi. Ulteriore conferma arriva da una precisa domanda con cui si chiede “Qual è la tua impressione di fronte ad un taglio di bosco?” le cui risposte positive, legate alla pratica della selvicoltura e al fatto che si produce lavoro in montagna, sono complessivamente del 61,5%. Fa comunque riflettere come più di un terzo degli intervistati reputa negativa l’azione dell’uomo, specie per l’impatto ambientale ed estetico. Interessante notare invece che, considerando solo le risposte dei “cittadini” (residenti in città superiori ai 100.000 abitanti), la valutazione positiva si abbassa al 51%, mentre sale la considerazione negativa di quasi 12 punti in percentuale (dal 36,6% al 48%). Ciò a confermare come la visione del bosco di chi abita le città sia più di tipo conservazionista e più legata a soddisfare bisogni di tipo ricreativo.
Il Rapporto 2017 con numerose tabelle e grafici e le precedenti edizioni sono scaricabili a: https://www.ersaf.lombardia.it/it/servizi-al-territorio/foreste/rapporto-stato-delle-foreste