Al centro del Vangelo di oggi ci sono 2 punti: 1. L’apparizione di Gesù risorto, cuore della nostra fede. La fatica di credere in Gesù risorto da parte delle donne corse al sepolcro, degli apostoli davanti all’annuncio delle donne, di Tommaso davanti agli altri apostoli, ci aiuta a considerare la straordinarietà di questo evento: la risurrezione di Gesù. Se già era stata straordinaria la risurrezione di Lazzaro, questo lo è ancora di più: perché si tratta di un ritorno diverso alla vita: compare improvvisamente a porte chiuse, conosce le parole di Tommaso dette quando Lui non c’era, improvvisamente scompare come era apparso. Rimprovera gli apostoli per la loro incredulità, e dice beati noi che crediamo senza aver visto. Noi non abbiamo visto Lui, ma crediamo alla testimonianza di coloro che l’hanno visto, e, in seguito, alla testimonianza di tutti coloro che lo hanno creduto, primi fra tutti i martiri. Ma allora il mondo invisibile è abitato! C’è un “oltre” la realtà che vediamo, un mondo che potremmo chiamare “spirituale” che è abitato da Dio, dagli Angeli, dai Santi, dai morti. Con la sua risurrezione, Gesù spalanca davanti a noi un orizzonte di vita nuovo e sconfinato: “Dove sono io voglio che siate anche voi con me”.
2. Il dono dello Spirito per il perdono dei peccati. Ora Gesù può donare lo Spirito che aveva promesso e che agirà negli Apostoli come Colui che darà verità alla loro missione di perdonare i peccati. Questa missione esprime ciò che c’è nel cuore di Dio stesso: “che nessuno si perda!”. La Croce è la misura di questo sentimento di Dio. Per questo oggi è la domenica della Divina Misericordia. Normalmente è nel sacramento della Confessione che incontriamo questa misericordia. Come è più giusto e più bello vivere questo sacramento non come lo sfogo per dire le nostre ragioni o giustificazioni, ma come il lasciarsi portare da Gesù sulle sue spalle: “io sono quella pecorella perduta che Gesù cerca….”. Normalmente è in questo sacramento che Gesù continua a toccare il cuore dell’uomo, nel quale il male è concepito, per risanarlo e restituirlo alla vita: “Io ti perdono: va in pace e non peccare più”.
Oggi Giovanni ci consegna il suo Vangelo con le parole conclusive e la motivazione: “perché crediamo che Gesù è il Cristo, e perché, credendo, abbiamo la vita nel suo nome”.
Ora sta a noi crederlo e testimoniarlo.
Don Gabriele
vicario parrocchiale