CASARGO – Il pasticciaccio brutto dell’Alta Valsassina sembra un po’ la storia del birichino che lascia le impronte dopo aver messo le mani nella marmellata. Perché dopo averla combinata, i birichini protagonisti a Casargo hanno lasciato anche loro la traccia (grafica), senza peritarsi di nasconderla. Anzi.
Hai voglia a smentire l’inciucio tra Lega e PD.
Vogliamo essere più precisi, in modo che i rispettivi movimento e partito non si adombrino più di tanto? L’accordone è tra “leghista” e “tesserata Dem”.
Dopodiché, tornando alla questione, analizziamo il logo della lista del Pasquini lecchese – Giovanni abita nel capoluogo seppur vanti discendenza di Narro e fa il segretario (della Lega) a Oggiono. Il simbolo parla chiaro, chiarissimo: c’è dentro un doppio ‘tondo’, a sinistra il lampante LEGA Salvini Lombardia e a lato la grafica di “insieme per il futuro” ovvero la vecchia lista della sindaca PD in carica, Pina Scarpa.
Insomma: non è possibile negare l’intesa tra un importante esponente leghista quale Giovanni Pasquini (capo della segreteria del consigliere regionale del Carroccio Formenti, responsabile della Lega a Oggiono ecc ecc) e Scarpa, recente candidata al direttivo provinciale PD nella lista perdente di Agnese Massaro e storica tesserata nonché figura di riferimento locale di quel partito.
Ora, dopo aver messo le mani nella marmellata, i diretti interessati fanno di tutto per minimizzare. Parlano di accordi “civici“, anche se i simboli sono palesi e incancellabili.
L’affaire-Casargo è un caso che meriterebbe una ribalta ben più ampia di quella valsassinese. Di accordi così, tra forze politiche tanto distanti, non se ne vedono in tutta Italia. E resta curioso come i rispettivi livelli provinciali “sopportino” l’intesa, anzi neghino perfino l’evidenza. Come in quel paradossale comunicato del PD lecchese che qualche giorno fa esibiva un ammirevole esercizio di (spericolato) equilibrismo politico, precisando che “non esiste, né potrà mai esistere, alcun accordo tra PD e Lega, dal quale è diviso dalla più profonda distanza politica e valoriale a tutti i livelli, da Bruxelles alla Valsassina” ma poi aggiungendo che “Il PD lecchese rispetta le scelte e l’autonomia delle liste civiche, autentiche e libere espressioni dei territori, e non intende prestare il fianco a chi diffonde notizie fuorvianti e tendenziose pur di nascondere le difficoltà della propria”. In pratica: via libera ai suoi esponenti che si inciuciano coi leghisti in forma di liste civiche, autentiche e libere espressioni dei territori…
Vista in ottica PD: se vince il candidato sostenuto dalla sindaca Dem, ci sarà un primo cittadino leghista in più e uno loro in meno. Oro colato per la Lega, che il suo lavoro lo sta compiendo in tutti i Comuni possibili, forte di un riscontro nazionale crescente.
VN