PREMANA – Tutto ebbe inizio il 12 luglio del 2017, quasi due anni fa. Nel depuratore di Premana venne trovato dello zinco sopra i valori consentiti (1,1 microgrammi per litro, quando il limite massimo è fissato a 0,5).
Quindi l’inchiesta per capire il motivo della presenza del metallo nell’acqua, visto che il depuratore non è industriale, ma civile e non dovrebbe pertanto contenere elementi di scarto industriale, nemmeno della zincatura dei produttori di forbici e coltelli del distretto premanese.
Fu indagato quindi Lelio Cavalier, amministratore delegato, nonché legale rappresentante di Lario Reti Holding – società proprietaria del depuratore – che poi venne rimandato a giudizio con Cavalier che ha sempre respinto le responsabilità proprio in nome dell’uso civile dell’impianto. Ora la vicenda giudiziaria si è conclusa: il giudice Enrico Manzi ha sentito un tecnico di Arpa e un dirigente di Lario Reti; quindi l’assoluzione dell’Ad per non aver commesso il fatto.
Immagini di Lario Reti Holding.