BARZIO – Parrocchiale di Barzio stracolma e amanti della musica anche da fuori Lombardia per il concerto del maestro olandese Ben van Oosten che non ha deluso le aspettative regalando intense emozioni e nuovi punti di vista sulla musica francese a cui ha dedicato la Masterclass di questi giorni, e i cui partecipanti si esibiranno giovedì sera, alle 21, per mostrare i risultati di quattro giorni di studio accanto al celebre professore.
La Francia… Fuori e dentro la Francia. Questo titolo può sembrare piuttosto sibillino: tuttavia, si addice, credo bene, al concerto tenuto da Ben van Oosten lunedì 5 agosto nella Chiesa di S. Alessandro a Barzio. Un concerto il cui motivo dominante era, come dice il titolo, la musica organistica francese, che è anche il tema della Masterclass che lo stesso van Oosten sta tenendo in questi giorni a Barzio, e che si concluderà l’8 agosto.
Osservando il programma però vediamo che, rimanendo la Francia il motivo dominante del concerto, gli autori non erano tutti francesi. Durante la serata è stato bello vedere come autori di altre nazioni hanno “guardato” in qualche modo la Francia e, nello stesso tempo, autori francesi hanno guardato verso l’esterno, lavorando su brani differenti dai loro. In questo possiamo aggiungere anche le trascrizioni.
La bellezza del concerto è stata anche quella di “incrociare” gli autori: se quindi, veniva proposto un brano di un autore, subito dopo veniva proposta una trascrizione, o elaborazione, di un brano di quell’autore da parte di un altro, di altra nazione, e viceversa: tutto questo ha saputo creare un “confronto”, molto bello, di autori e stili.
Il concerto è stato, però, anche un viaggio, che è cominciato con il Barocco, per poi proseguire, seppur in maniera non sempre diacronica, nel tempo. È iniziato con Couperin, esponente principe, assieme a Rameau, del barocco francese, per poi proporre il primo spostamento fuori dalla Francia, con Johann Sebastian Bach. L’autore, pur non essendo mai uscito dalla Germania, ha saputo assorbire diversi stili musicali, in particolare quello italiano e francese. Di lui è stata proposta la bellissima “aria in fa maggiore BWV587”, trascritta dalla suite “L’imperiale”, numero 3 dalla raccolta “Les Nations” di Francois Couperin: una trascrizione molto bella, dove l’organo “canta” come un’orchestra.
Poi si è passati ad un autore tedesco, di fatto inglese, Haendel, nella trascrizione di un autore francese, Alexandre Guilmant, del celeberrimo “Concerto in re minore op. 7 numero 4”, originalmente per organo e orchestra. Bello ascoltare come l’organo renda anche le contrapposizioni tra organo e orchestra presenti nell’originale, attraverso le registrazioni e i suoi “tre organi”(positivo, grand’organo e eco o espressivo, corrispondenti alle tre tastiere). Poi è stato di scena lo stesso Guilmant, che “guarda” ad Haendel, con una marcia su “Lift up your head” dello stesso. La conclusione ha parlato solo francese, prima con Vierne, che ci ha portati quasi in atmosfere impressioniste, per concludere con Caesar Franck, di cui alla fine viene eseguito il “Corale numero 3 in la minore”. Bis ancora con Vierne.
Una serata impossibile da dimenticare: per la particolarità del programma e per la capacità interpretativa dell’organista, che ha saputo usare appieno le potenzialità del bellissimo Organo “Mascioni” del 1978, facendolo realmente risuonare come un’orchestra. E la musica continua, ma questa “tappa” della Rassegna Organistica rimarrà sicuramente in noi.
Contributo di Sergio Ragaini