MOTORI. “DIESELGATE”: QUANDO NON TUTTO IL MALE VIENE PER NUOCERE



EUROPA – A volte quello che può apparire a prima vista come un male si rivela, dopo tempo, un bene. Chi l’avrebbe detto infatti, a settembre 2015, che uno scandalo come quello del “dieselgate” avrebbe portato qualcosa di buono? Già, perché esattamente quattro anni dopo, ossia questo ultimo nono mese dell’anno, è entrato in vigore il nuovo standard di omologazione ambientale Euro 6D Temp per tutti i motori a gasolio. E i risultati non sono niente male.

Quest’ultimo tassello fa parte, in realtà, di una lotta all’inquinamento che l’Unione Europea sta combattendo e che si prefigge altri ambiziosi risultati di qui ai prossimi anni a venire: vanno infatti ridotte del 20% le emissioni in termini di CO2 entro il 2025; e del 40% entro la fine del decennio (2030).

La domanda che potrebbe sorgere più naturalmente è: come hanno “truccato” i valori nel 2015, perché non potrebbero fare altrettanto oggi? È proprio questo che s’intende risolvere con i nuovi standard, che non richiedono più solamente dei valori massimi e minimi delle emissioni, ma prevedono anche misurazioni più realistiche: non solo in laboratorio, con tutti i parametri ideali.

Va poi riconosciuto che, oltre ai test delle case, ci sono anche altre realtà, come i consorzi e le organizzazioni dei consumatori a livello europeo, a fare le opportune verifiche e a sorvegliare che nessuno sgarri più come si è fatto in passato. Questi esami aggiuntivi hanno dato ragione all’efficacia dei nuovi paletti: oltre alla prova in laboratorio, dove l’auto viene fatta “correre” sui rulli, in questo caso si analizza anche l’andamento a velocità autostradali, in modo da verificare che le emissioni non subiscano un’impennata con l’aumentare dell’andatura.

I risultati che si evincono sono sorprendenti; la situazione si è ribaltata rispetto anche a solo due anni fa: “Oggi – scrive Luciana Grosso nella sua inchiesta su Altroconsumo di ottobre – un buon motore diesel inquina meno di un equivalente a benzina. Le vetture ibride, invece, non sono necessariamente migliori: o meglio, lo sono se usate in città […]. Per le auto elettriche, il discorso è complesso. Certo: in questo caso le emissioni inquinanti dovute al motore (anche i freni e gli pneumatici inquinano) sono pari a zero. Ma restano quelle indirette, legate alla produzione dell’elettricità che alimenta l’auto: se questa arriva da combustibili fossili, il vantaggio per l’ambiente evidentemente va a farsi benedire”.

Appare ora chiaro che, dopo uno scandalo come quello del “dieselgate”, i costruttori si sono applicati col massimo dell’impegno per ridurre le emissioni nocive dei motori a gasolio: non solo in termini di CO2, ma anche polveri sottili. E per quanto riguarda i diesel di ultima generazione – ossia gli unici acquistabili da settembre, ma già in commercio da diversi mesi – non si può che riconoscere, a posteriori, la bontà di quel malanno di quattr’anni fa.

Alessandro Tonini

 

 

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