BARZIO – Nel novembre del 1999 i barziesi cassarono l’idea di un prolungamento della “loro” funivia per i Piani di Bobbio sino a valle tra Pasturo e Introbio. Furono giorni di fibrillazione che molti ancora ricordano, la decisione di Barzio infatti avrebbe avuto, nel bene o nel male, ripercussioni sulla più vasta area dell’Altopiano e dei paesi confinanti a “fondovalle”. L’esito di quel referendum chiuse la discussione, anche se il progetto non è mai stato dimenticato e con il passare degli anni la problematica dei parcheggi nella perla della Valsassina – carenti nei giorni di calca per raggiungere le piste – lo ha più volte rispolverato dai cassetti dei proponenti.

Argomento per nulla privo di interesse in paese, proprio sull’ipotesi di un nuovo tratto di funivia la popolazione si divise e dal referendum ne uscì sconfitto il promotore dell’iniziativa ovvero l’establishment dell’epoca, per coincidenza sovrapponibile a quello di oggi: il sindaco di Barzio Fabio Canepari, il delegato in Comunità Montana nonché presidente Michele Cavallier, il sindaco di Moggio Umberto Locatelli e l’omologo di Introbio Eusebio Marconi (scomparso lo scorso anno).

La chiamata alle urne era in calendario per il 21 novembre 1999.
Questo il quesito: “Vuoi una nuova funivia Introbio-Barzio (La Piazza)”

Votarono 727 barziesi dei 1.106 aventi diritto, un 65,82% che rapportato al giorno d’oggi è segno di ampia partecipazione, pur considerando il “fattore quorum” fissato a 554 preferenze dunque ampiamente superato. In 189 si espressero per il Sì (il 17,8% dei barziesi, il 25% dei votanti), 529 invece i voti per il No, pari al 47,82% del totale e al 73% dei votanti; 9 le schede bianche o nulle.

La vittoria fu larga per i contrari a una funivia tra Introbio e l’attuale partenza dell’impianto a fune in località La Piazza. Il mese successivo il consiglio comunale dovette prenderne atto rinunciando al progetto.

C.C.