PREMANA, CONFERENZA DEI SERVIZI “CENTRALE VAL FRAINA”: PARERI FAVOREVOLI… NON TUTTI PERÒ



LECCO – Nella sede della Provincia di Lecco si è tenuta venerdì quella che, a parere di alcuni, sarebbe stata la Conferenza dei servizi finale che avrebbe dato il via alla costruzione della “famigerata centrale”. Ma secondo  gli alpigiani dell’Associazione Alpe Rasga  non è andata prorio così.

Questi ultimi hanno depositato osservazioni molto approfondite che hanno posto in luce come il grave dissesto del giugno 2019 renda datate e superate le vecchie relazioni della Società.

Proprio questa attenzione ha fatto si che, nella realtà un parere positivo si è avuto solo da alcuni degli enti coinvolti:

– Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio di Milano parere positivo per l’aspetto archeologico, mentre il parere paesaggistico rinnovato manca ancora;

– U.T.R. Lecco parere positivo per gli aspetti idraulici;

– Comune di Premana parere positivo, “senza motivare la decisione – affermano gli alpigiani -, dal punto di vista tecnico o procedurale, ha completamente ribaltato il parere negativo espresso nella precedente Conferenza dei Servizi dall’allora Sindaco Nicola Fazzini e dalla Commissaria Prefettizia che aveva dato peso ai problemi geologici evidenziati dagli alpigiani”.

Hanno dato invece pareri condizionati, raccogliendo le preoccupazioni dell’Alpe:

– Comunità Montana di Valsassina, Valvarrone, Val D’Esino e Riviera che ha condizionato il proprio parere positivo ad una nuova perizia geologica asseverata che analizzi, a seguito degli eventi atmosferici di giugno 2019, l’aggravarsi dello stato dell’area destinata ad ospitare l’eventuale centrale, ove insiste un conoide attivo anche classificato nel P.G.T. del Comune di Premana (si è assistito infatti ad un vistoso ampliamento di detto conoide).

– Regione Lombardia che ha sospeso il proprio parere, dovendosi esprimere strettamente sulla questione dello sgravio degli usi civici, aspetto per il quale è pendente un ricorso al Commissario dell’Uso Civico da parte dell’Associazione “Alpe Rasga”.

Gli alpigiani dell’Associazione Alpe Rasga hanno infatti reso noto di aver depositato un ricorso al Commissario Regionale degli usi civici per la Lombardia, al quale hanno chiesto di essere dichiarati gli unici titolari degli usi civici dell’Alpe e di annullare e dichiarare inefficaci tutti gli atti che vogliono svendere questi beni comuni alla speculazione.

Gli alpigiani dell’Alpe Rasga e il Comitato “Salviamo i nostri torrenti”, grazie ai quali è aumentata l’attenzione verso gli aspetti ambientali ed in tema di uso civico da parte di alcuni enti, non possono che ringraziare Comunità Montana e Regione Lombardia per l’attenzione e la professionalità dimostrata.

Alpigiani e Comitato “avrebbero voluto poter ringraziare anche il Comune per il proprio sostegno ma, purtroppo, a quanto pare, per il sindaco e i suoi, la costruzione di una centrale dentro una frana, è una cosa normale, basta sperare che tutto vada bene. Perché il sindaco ha anche detto che condivide “un po’” le preoccupazioni degli Alpigiani…”.

L’impressione emersa durante la Conferenza, ascoltando chi ha dato pareri positivi è: autorizziamola … ma con prescrizioni che lasciano il sapore del dubbio in bocca. O meglio, autorizziamola con ”preghiera alla Madonna” che alla fine non succeda nulla e che qualcuno non si debba pentire amaramente!

“Certo è – ricorda l’avvocato Paola Brambilla che ha seguito Alpigiani e Comitato in questo percorso – che sicuramente una partecipazione così attiva a tutela dei beni comuni, in questi 4 anni di procedimento, ha solo migliorato il progetto, costringendo tutti a rivedere scelte deleterie, come prova il fatto che la centrale è stata spostata per tre volte, le derivazioni da due sono diventate una, e la strada è stata liberata, almeno in parte dalla condotta. A partecipare non si sbaglia mai!”.

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