BARZIO – Com’era quel lavoro di Shakespeare? “Molto rumore per nulla“? Sono passati pochi mesi da quando la Comunità Montana (presidente Carlo Signorelli) ha dato formale disdetta del contratto di locazione dell’area della Sagra delle Sagre, accordo di 6 + 6 anni con la Ceresa srl di Oggiono.
Dopo una breve trattativa tra i legali delle parti, adesso si va verso una risoluzione della controversia con un accordo che a quanto consta a VN dovrebbe nascere sulla base di un avvicinamento “economico” tra Ceresa e CM e forse conterrà anche qualche dettaglio tecnico e funzionale sulle attività e le modalità di gestione dell’ampia piana circostante la sede di Pratobuscante.
Come noto, finora la Ceresa pagava 16mila euro all’anno – cifra giudicata non congrua dalla precedente amministrazione comunitaria, che prima di disdettare aveva fatto svolgere una perizia il cui esito aveva fissato il valore dell’affitto a quota 30mila (quasi il doppio).
Pare che la successiva mediazione tra avvocati sia stata fatta su una base intorno ai 25mila e che come detto le parti si siano in qualche modo incontrate.
Fin qui, la notizia e i dati di fatto come dire “pratici”. Ma al di là del vil denaro esistono i risvolti politici della vicenda.
Se la Sagra “è salva” – ma francamente sono pochi ad aver creduto tra la scorsa estate e oggi che davvero il fierone d’agosto fosse in dubbio – non mancano i ragionamenti collaterali. Ed è inevitabile pensare a una serie di particolari che nell’amministrazione pubblica e appunto anche politicamente, sempre contano.
Come ad esempio l’allargamento della compagine leghista nell’assemblea della CM (con tanto di assessore, il colichese Ielardi, di “cambio di casacca” in corso d’opera del sindaco di Pasturo Artana passato armi e bagagli al Carroccio e di discesa in campo in prima persona del direttore storico della Sagra, quel Riccardo Benedetti che non casualmente è stato scelto come delegato dal Comune di Introbio e ora fa parte del mini gruppo leghista alla Fornace).
Qualcuno, nello stesso ‘pattuglione‘ del centro destra che fa da ampia maggioranza al presidente Fabio Canepari, fa notare sottovoce che la controparte ovvero la Ceresa porta il nome dell’ex segretario provinciale della Lega lecchese, altri esprimono direttamente un certo dissenso per la parziale “sconfessione” delle azioni dell’ex presidente. Altri sostengono invece che l’intera questione sia stata gestita male e che l’accordo per i secondi sei anni di affitto poteva e doveva essere trovato prima di ritrovarsi ai ferri corti e con gli avvocati di mezzo.
La morale: vista dall’esterno questa storia ha molti aspetti che all’uomo qualunque posso apparire incomprensibili, nella pratica si tratta di una ennesima questione in cui politica, amministrazione ed economia vanno a braccetto.
Bello o brutto che sia, così è se vi pare.
E abbiamo chiuso con Pirandello dopo aver iniziato con Shakespeare.
VN