DON GABRIELE COMMENTA IL VANGELO DELLA DOMENICA DELLA DIVINA MISERICORDIA



Se fosse vero, come i sacerdoti avevano fatto dire dai soldati, che Gesù non era risorto, ma era stato trafugato dai suoi discepoli, il Vangelo giunto fino a noi sarebbe solo la sua dottrina: dottrina nobile e bella,… ma di un morto!

Il Vangelo di oggi ribadisce invece che Cristo è davvero risorto e l’annuncio cristiano non è dunque né solo, né anzitutto l’annuncio di una dottrina, ma che Cristo è risorto e vive: per questo è credibile la sua parola e Lui risorto è il fondamento della nostra fede e della nostra speranza.

Il Vangelo di oggi ci presenta due apparizioni di Gesù risorto ai suoi discepoli.

Nella prima, avvenuta la sera della domenica di Pasqua, Gesù annuncia ai suoi discepoli il dono dello Spirito Santo che li avrebbe costituiti portatori nel mondo di quella riconciliazione e pace operate da Gesù e che esprimono, nella loro sinteticità, il desiderio di Dio sulla nostra umanità e sul mondo: che abbiamo a vivere riconciliati con Lui e fra tutti noi.

Chi vive con verità questa riconciliazione sperimenta la profondità e bellezza della pace che viene dal Signore: non è come quella del mondo e nessuna avversità la può togliere.

Otto giorni dopo Gesù appare nuovamente e questa volta è presente anche Tommaso.

A lui non è bastata, per credere, la testimonianza degli altri apostoli; eppure li avrà ben conosciuti; ma credere a quello che dicevano di avere visto e probabilmente toccato era una cosa troppo grande!

Ha voluto toccare di persona le ferite del suo Signore per poterlo credere davvero risorto e vivo.

Come rappresenta bene Tommaso noi uomini moderni con la nostra fatica a credere!

E, pur credendo in Gesù risorto, quanto la nostra fede ha bisogno del suo stupore, della sua gioia e della sua adorazione.

Rimproverando Tomaso per la sua incredulità, Gesù proclama beati coloro che avrebbero creduto in Lui senza averlo visto.

Ci conforta pensare che anche noi siamo fra questi, ma ci chiediamo anche su quali testimonianze si fonda la nostra fede, visto che anche noi non lo abbiamo visto risorto.

È importante che ciascuno lasci emergere in sé questa domanda e cerchi la propria personale risposta.

Sarà bello accorgerci che non crediamo da soli, ma aiutati dalla testimonianza di altri, che accoglieremo con umiltà e riconoscenza.

E ci sentiremo più fratelli, come ci vuole Lui.


Don Gabriele

vicario parrocchiale

 

 

 

 

 

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