L’OPINIONE/PASQUINI: “SI È APERTA UNA QUESTIONE SETTENTRIONALE. NON MANCE MA UN ‘INDICE COVID’ PER DISTRIBUIRE LE RISORSE”



Dopo il Covid-19 esiste una questione settentrionale: un “indice-covid” per ripartire in modo equo le risorse.
“I tedeschi, che evidentemente se ne intendono, hanno inventato una parola: Schadenfreude. È un sentimento che tutti ben conosciamo: è la soddisfazione per le disgrazie altrui, è godere quando il collega di lavoro più bravo toppa, è festeggiare quando perde la squadra che vince sempre. Spesso è un gioco innocente, alzi la mano chi non l’ha mai fatto. Ma applicato alla strage dei lombardi, quando ci sono decine di migliaia di morti, ha qualcosa di tribale, e dice cose tristi sullo stato della Nazione”.

Antonio Polito in uno splendido corsivo sul Corriere della Sera riassumeva con queste poche righe quello che scrivono da ormai due mesi sui vari quotidiani o sui social i politici, giornalisti ed intellettuali grillini o pseudo tali.

È vero, non lo nascondiamo, noi lombardi, permettetemelo dopo settimane di critiche, siamo forse i più bravi, e fra i tanti primati che abbiamo qualcuno ha dimenticato che siamo la regione con il maggior numero di residenti di altre regioni che vengono a curarsi nei nostri ospedali e che si fidano della tanto ‘bistrattata’ sanità lombarda.

Certo, sono stati fatti degli errori, come ne fanno tutti, ma quando questa storia sarà finita faremo i conti e vedremo se abbiamo sbagliato tutto oppure se non potevamo fare diversamente. Se quello che è piombato addosso alla Lombardia è stato uno tsunami senza precedenti che non poteva essere arginato diversamente.

E quando sarà finita, concedetemelo, forse torneremo ad essere i migliori, perché in Lombardia impariamo alla svelta dagli errori fatti, ed in Lombardia non serbiamo rancore per nessuno, ma ci ricorderemo del ministro Boccia e della sua vergognosa ironia con la mascherina all’orecchio mentre a Bergamo l’esercito stipava bare che custodivano un volto, una storia, una persona che non ci sarebbe stata, non ci sarà più.

Perché cari intellettuali della ‘magna grecia’, radical chic, meridionalisti, ministri grillini, statene pur certi, ora noi siamo in ginocchio, ma ci rialzeremo presto e torneremo ad essere la Lombardia che ha sempre dato lavoro a tanti italiani, la Lombardia generosa, solidale ed orgogliosa dei suo primati.

Ora che nemmeno più la Lega difende la Lombardia, e mentre Salvini in un post di qualche giorno fa pubblicava mozzarelle campane, pomodorini siciliani, noi Sindaci invitiamo i nostri cittadini ad aderire alla iniziativa #iomangiolombardo dedicata ai prodotti caseari Dop di montagna della nostra Regione.

Noi Sindaci, che con molta paura abbiamo riaperto i mercati, il servizio di trasporto pubblico etc. in un paese dove nella Fase 2 paradossalmente si muovono le persone più a rischio nelle aree con le più alte percentuali di positivi al Covid-19, saremo quelli che difenderemo la Lombardia.

Saremo noi Sindaci, che in questi due mesi abbiamo accompagnato molti nostri concittadini al funerale con la mascherina e abbiamo pianto insieme ai parenti, a trovare nei nostri bilanci le risorse necessarie per garantire gli stessi servizi di prima.

Saremo noi Sindaci, grazie all’aiuto del presidente della Regione Attilio Fontana che ha messo in atto il progetto di un “Lombard Bond” per investire 3 miliardi in tre anni, ad aiutare le imprese lombarde a ripartire.

Ma, per favore, se il Governo vuole aiutarci lo faccia in modo serio, eviti di mandare – come ha fatto al mio Comune – 150 euro per gli straordinari della polizia locale. Non ci servono le mance, caro Presidente del Consiglio, e la smetta di prenderci in giro perché accade che – come ricordava Gianni Trovati in un recente articolo pubblicato sul Sole 24 ore dal titolo molto esplicativo – per il Coronavirus al Sud andrà l’80% degli aiuti anticrisi. La pandemia ha colpito più duramente a Nord, ma i bilanci si sono mossi più rapidamente a Sud, dove si concentrano 2,1 dei 2,7 miliardi messi sul piatto: il 79% del totale. Trovati ci ha ricordato che al Centro-Nord le Regioni finanziano il 70% degli interventi con risorse proprie, a Sud il 68% delle misure è coperto da fondi Ue.

Ma vi sembra una cosa normale? Vi sembra accettabile tutto questo? Quando sentite in Tv qualche intellettuale della ‘magna grecia’ che ci ripropone il trito e ritrito canovaccio di un Sud piagnone non vi viene voglia di scaraventare la Tv nel cassonetto dei rifiuti ingombranti?

È necessario considerare che se hai 14.389 morti rispetto ai 25 morti della Basilicata, ai 22 del Molise, ai 534 del Lazio non è la stessa cosa, e non è la stessa cosa se hai cento, mille volte le persone in isolamento domiciliare, se hai gli ospedali che per due mesi hanno rischiato il collasso.

Ecco perché il Governo deve distribuire le risorse usando un “Indice Covid” che tenda conto di questi numeri drammatici. Partire da questi numeri, prima che equo e necessario, è un atto di rispetto per le nostre lacrime e per quello che noi lombardi abbiamo passato in questi due mesi.

Maggiore è stata l’esposizione al contagio, prendendo come valore di riferimento i dati accertati dei positivi al Covid-19 e dei morti, maggiore dovranno essere le risorse da destinare, un meccanismo simile alle “mance” inserite nel decreto “Cura Italia” per gli straordinari della polizia locale e la sanificazione degli edifici pubblici.

Oggi a causa del Covid-19 esiste una “questione settentrionale”, il Governo centrale ne tenga conto in modo serio, con provvedimenti riparametrati sui positivi e sui decessi, non sulle urla e le grida delle varie burocazie o sui diktat dell’Unione Europea.

Antonio Pasquini
Sindaco di Casargo

 

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