LA “NERA” NELLA STORIA DELLA VALLE/1911: GLI AMANTI DI MAGGIO



VALSASSINA – Prende il via oggi la nuova rubrica di VN, curata da Fernando Manzoni e tutta dedicata alla cronaca – prevalentemente la “nera“, ma non solo – di.. qualche anno fa.

Nella prima puntata torniamo indietro di oltre un secolo, precisamente al 1911. Grazie a un articolo del ‘Corriere della Sera‘ di ben 109 anni or sono, recuperato dal nostro segugio nella storia, si scoprono notizie e curiosità (al di là di una vicenda di corna tutto sommato ‘classica’): ad esempio, i nostri colleghi del Novecento non si facevano grossi problemi a mettere in piazza nomi e cognomi che oggi mai e poi mai verrebbero divulgati dai mezzi d’informazione, in casi di questo tipo.
Nel 21° secolo, ci pensano i social a fare il lavoro sporco…

1/GLI AMANTI DI MAGGIO (CREMENO)
La cronaca d’inizio secolo scorso ci regala dei pezzi straordinari e a volte esilaranti.
È il caso di un articolo pubblicato sul
Corriere della Sera in data 9 giugno 1911 dal titolo: “dopo la tragedia di Maggio in Valsassina, il traditore si costituisce”.

I fatti: Rodolfo Manzoni, cita il Corriere, “martedì scorso dovette recarsi a Milano. Contrariamente a quanto aveva annunciato alla moglie, ritornò a Maggio la sera stessa”. Cosa trovò il Manzoni nel suo rientro inaspettato a casa? Per scoprirlo il valsassinese si arrampicò dal ballatoio ed entrò in camera da letto, trovndo sua moglie con l’amante, secondo il Corsera un tale Giustino De Luigi.

Vedendosi scoperto, De Luigi sparò al Manzoni che si sentì colpire ad un fianco. L’amante avrebbe sparato altri colpi prima di fuggire, approfittando della confusione che si era creata, mentre la moglie del Manzoni, che secondo il Corriere “non era alla sua prima scappata” si gettava dalla finestra senza riportare serie ferite.

Rodolfo Manzoni finì in ospedale a Lecco in gravi condizioni mentre i carabinieri di Lecco, insieme a quelli di “Introbbio” iniziarono la caccia al De Luigi – che nel frattempo si era rifugiato a Mantova, da suo fratello.

Fu proprio il congiunto a convincere Giustino De Luigi a costituirsi e qualche giorno dopo l’accaduto lo sparatore si presentò in caserma, accompagnato dallo stesso fratello e da qualche amico.

“Il De Luigi – scrive il Corriere – aveva la faccia segnata da graffiature e disse di non avere nessuna responsabilità in quanto era successo. Poi si lasciò condurre in guardina”.

All’epoca, Giustino De Luigi aveva 20 anni ed era residente a Maggio anche se nato a La Spezia e domiciliato a Castiglione.

F. M.

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