CASARGO – La notte fra il 7 e l’8 maggio, circa a mezzanotte a Indovero nel condominio di via Pomaleccio 15 l’unica residente Maria Denti è stata svegliata da boati assordanti, rumore di vetri rotti e altro frastuono.
“Ero convinta si trattasse di un violentissimo temporale, come spesso accade nelle zone di montagna” racconta in esclusiva a VN la signora.
“Ho acceso la luce, ma continuavo a trovarmi al buio, quindi sono uscita dalla camera per recarmi al piano di sotto; appena aperta la porta mi sono trovata davanti a un muro di fumo scurissimo, quindi ho richiuso la porta, preso un asciugamano per avvolgermi il volto e sono uscita in terrazzo, chiamando aiuto. Ho telefonando alla cara ed insostituibile amica Antonella di Varenna e all’amico Romolo per allertare subito i Vigili del Fuoco e le autorità del caso“.
Dal balcone, Maria si è resa conto della gravità della situazione: “Fiamme altissime uscivano dalla camera e dal bagno, lo spavento è stato devastante, la sensazione di non farcela, il timore che non arrivassero in tempo i soccorsi, la paura di rimanere intrappolata nelle fiamme…
Il primo ad arrivare è stato il fratello gemello Paolo che spaventato è rimasto come pietrificato, il secondo a giungere sul posto è stato il signor Alceste Albertazzi il quale, con grande sangue freddo, ha saputo trovare la soluzione cioè chiamare un altro vicino di casa, Luca Malugani proprietario di una scala altissima che ha posizionato sopra il box, invitandomi a scendere”.
“Il parapetto però era troppo alto, lui con calma mi ha aiutato a scavalcarlo e a posizionare le gambe sopra la scala.
Poi Alceste mi ha sostenuto anche a livello psicologico: naturalmente ero molto provata e quando sono giunta a terra ha ringraziato commossa e infinitamente Alceste e Luca. Quest’ultimo è ritornato sul balcone per staccare a mani nude la bombola del gas e l’ha portata al sicuro nel box. Alla fine sono arrivati i Vigili del Fuoco, che hanno spento l’incendio“.
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Sotto: gli effetti del drammatico incendio nella casa di Maria Denti
Adesso, a mente fredda, cosa pensa dell’accaduto?
“Mentre ero in quella situazione assurda ho rivissuto le scene drammatiche delle torri gemelle, guardavo giù metri e metri dal suolo e il cemento dove comunque mi sarei gettata se le fiamme fossero arrivate fino a me. Poi l’altra sensazione era quella del disastro del ‘Ciclamino’ a Crandola: quella povera signora morì perché aveva provato a recuperare delle cose dentro al locale, quando ormai era già in salvo… Io non me la sono sentita, l’oro che avevo in casa è colato, da buttare. Trovare il modo di ringraziare quei due angeli, Luca e Alceste. Senza di loro non sarei qui a raccontare l’accaduto“.
S. T.
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DALL’ARCHIVIO DI VN:
INCENDIO NELLA NOTTE A INDOVERO: RESIDENTE SALVATA DA UN VICINO
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