CASARGO – “C’era un movimento strano, incomprensibile, non faceva né caldo né freddo… non si provava nessuna emozione esterna … vedevamo solo gente correre… arrivare i soccorsi, le protezioni civili di paesi strani…. si faceva notte… e questa cappellina è rimasta qui, non era inosservata, era punto di riferimento“.
Così don Bruno Maggioni ha aperto la celebrazione della eucarestia nel primo anniversario dall’alluvione di Casargo.
Il fiume di fango che imbratta e travolge le auto parcheggiate risparmia dalla sua furia questa cappellina, simbolo e orgoglio dei casarghesi che giovedì sera si sono riuniti li attorno, in circa 150, per ringraziare di essere tutti vivi e avere scampato il pericolo.
“Voglio ringraziare il popolo di Casargo per quello che ha fatto in quei giorni, abbiamo riguardato le foto di allora con senso di angoscia che ci faceva dire Dobbiamo fare presto perché non accada più… Le risorse stanziate che ci hanno comunicato due giorni fa saranno utilizzate per tutelare il territorio ed evitare altri disastri simili“: con queste parole ha concluso la serata il sindaco Antonio Pasquini.
I. B.