PREMANA – L’anno scorso, per una vicenda del tutto simile venne assolto. Stavolta per Lelio Cavallier, amministratore delegato di Lario Reti Holding – società che gestisce il depuratore di Premana – era stata avanzata dal PM una richiesta di pena pecuniaria di 3.250 euro per il presunto superamento della presenza nell’acqua di zinco – sopra i valori consentiti (0,7 microgrammi per litro, quando il limite massimo è fissato a 0,5).
L’opposizione da parte della difesa del manager ha però ottenuto che il giudice monocratico Martina Beggio revocasse la richiesta di condanna, la decisione avverrà nell’udienza fissata per il 23 febbraio del prossimo anno.
Nel passaggio di oggi al tribunale di Lecco sono stati sentiti i testimoni; in particolare l’ARPA ha chiarito che l’eccesso di zinco nell’acqua sarebbe da ricondurre a uno scarico abusivo – ricordando come a monte del depuratore operino aziende nel cui ciclo produttivo viene impiegato proprio quel tipo di metallo.
“In questa vicenda – affermano i legali di Lario Reti – noi siamo vittime, non colpevoli”.
Se ne riparlerà come detto all’inizio del 2021.
RedGiu
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LA SENTENZA DELLO SCORSO ANNO:
ZINCO NEL DEPURATORE DI PREMANA, ASSOLTO LELIO CAVALIER (LRH)
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Immagini di Lario Reti Holding,
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