Le letture di oggi, 1a domenica di Avvento, sono come una luce per noi che camminiamo nel travaglio della storia. I brani di Isaia e del Vangelo parlano, con un linguaggio apocalittico, di sconvolgimenti catastrofici: è una parola complessa: non dobbiamo lasciarci prendere dalla curiosità, ma cogliere gli elementi essenziali che ci indicano la strada perché il Signore ci trovi pronti all’incontro con Lui.
Anzitutto, al compiacimento degli apostoli davanti alla meraviglia del tempio, Gesù accenna alla sua distruzione che avverrà ad opera dei Romani nell’anno 70. E’ come se Gesù dicesse di non riporre la nostra fiducia nella grandiosità delle nostre opere.
Poi gli apostoli chiedono quando avverrà questo.
Ma Gesù non è preoccupato del quando o del segno.
Ciò che sta a cuore a Lui è come affrontare questo momento: “State attenti! Non lasciatevi ingannare da chi pretende di essere il vostro salvatore”.
È sotto i nostri occhi come l’esclusione di Dio e il sostituirsi a Lui in ogni ambito della vita umana generi disordine, degrado, sconvolgimenti, sia nella natura che nella vita degli uomini.
Eppure non è ancora la fine; “è necessario che il Vangelo sia proclamato a tutte le nazioni”, perché nel cuore di Gesù c’è il desiderio che ogni uomo sia salvato.
Questo anche a prezzo di persecuzioni per i suoi discepoli: “Sarete odiati da tutti a causa del mio nome”.
“E quando vi accuseranno, non preoccupatevi di cosa dovete dire, perché non sarete voi a parlare ma lo Spirito santo”.
Ma in mezzo a tutto questo, ecco una parola di speranza: “Chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato”.
È il compimento della promessa di Gesù: “Io sono con voi sempre”.
Tornando alla 2a lettura di oggi, Paolo ricorda la conclusione di tutto il travaglio della storia: “Poi sarà la fine, quando Cristo consegnerà il Regno a Dio Padre…. perché Dio sia tutto in tutti”.
Anche a noi Gesù affida il compito della testimonianza, dell’annuncio a tutte le genti, del non lasciarci ingannare da chi si presenta come il Cristo (cioè come il Salvatore) e non lo è, e dall’attendere con fiducia il suo ritorno.
In questo nostro cammino nel travaglio della storia, ci accompagna e sostiene la preghiera di Gesù al Padre:
“Padre santo, prego per quelli che mi hai dato…. Essi sono nel mondo, ma non sono del mondo: custodiscili nel tuo nome”.
Don Gabriele
vicario parrocchiale