Un anno fa…
Passeggiavamo,
aspettavamo la primavera,
ci lamentavamo per cose futili,
ci sentivamo lontanissimi dalla Cina,
ci preoccupavamo di come organizzare il fine settimana,
ci annoiavamo della normalità,
ci sembrava così strano vedere in tv le persone con la mascherina.

Oggi..
Passeggiamo senza poterci sentire mai completamente “liberi”,
aspettiamo la primavera con il timore di un’altra ondata, di una nuova variante Covid,
pensiamo a come abbia fatto la Cina ad “uscirne”,
non riusciamo a progettare al di là della giornata, o a pensare ad un week end via,
vorremmo tanto la “normalità”,
ci sembra strano vedere qualcuno senza mascherina.

Tutto è ribaltato, ogni cosa non è solo diversa ma opposta a com’era.

Come usciremo da questo 2020-21?

Ci ricorderemo delle fatiche, delle attese, della voglia di normalità?
O torneremo a lamentarci, rimandare, non godere del presente?
Io credo che se non siamo cambiati “quest’anno”, poche saranno le possibilità di essere migliori, più generosi e spontanei, più presenti a noi stessi ed agli altri.

Io guardo la Rsa in ripresa, i volti degli anziani che tornano a sorridere, la loro voglia di stare insieme: questo mi da speranza e senso di rinascita (pur con la malinconia nel cuore, per chi è mancato).

Non è sempre facile essere pazienti, vorremmo “tutto” e “subito”, ma tutto questo deve attendere affinché possiamo finalmente trovare il Senso.



Togliamo le visiere e gli occhiali, i camici monouso, i copricalzari. Riscopriamo i volti e le espressioni dei colleghi fino a ieri “nascosti” dietro a dispositivi di protezione che tutelano ma non permettono di comprendere e farsi comprendere.
Iniziamo ad intravedere qualcosa che somiglia alla (tanto preziosa) “normalità”.

Un pensiero rivolto a chi è mancato in questo periodo straziante,
una preghiera per le famiglie di chi ha perso – come me – qualcuno…

Veronica Bonicalzi

Direttore di struttura
Rsa Casa Sant’Antonio
Barzio

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