INTROBIO – La storia e le origini del santuario di Val Biandino ha radici molto lontane nel tempo, strettamente legate al paese di Introbio.
Già prima del Settecento la strada che da Introbio, risalendo la valle del torrente Troggia porta alla Val Biandino, era molto frequentata. Le conche di Biandino e di Sasso infatti erano un importante punto di transito per altre località come Morbegno e la Valtellina ma anche un punto di sosta e di pascolo per bestiame nei mesi estivi.
L’alto numero di frequentatori e di persone di passaggio ha convinto le autorità ecclesiastiche dell’epoca che fosse necessario fornire quel posto di un luogo di culto, così la Beata Vergine delle nevi diventò la madonna di Biandino e, grazie all’interessamento della famiglia Annovazzi, ebbe il suo santuario.
La prima chiesetta fu costruita tra il 1665 e il 1669 e furono i bergamini di Biandino i principali protagonisti della costruzione, soprattutto dell’oratorio che, come viene citato in alcuni documenti antichi, dava “la possibilità alle famiglie che ci abitano durante i quattro mesi d’estate di sentire messa e essere ammaestrati nella dottrina cristiana”.
Dopo la chiesa e l’oratorio furono costruiti anche l’abitazione del cappellano e il campanile, e sia i bergamini sia la famiglia Annovazzi supplicarono la Curia per avere a disposizione una cappella e un sacerdote.
Nel posto dove oggi c’è la chiesa c’era anche l’attuale baita (ora ristrutturata) che serviva da ricovero ai mandriani e veniva utilizzata da essi mentre il bestiame pascolava nei dintorni.
Una volta costruita la chiesa, gli introbiesi iniziarono a celebrare solennemente la festa del 5 agosto anche perché nell’occasione raggiungeva la val Biandino il curato di Introbio.
“Era solito e si è praticato anche ultimamente, alli 5 d’agosto di andare su li monti di Biandino e la sera avanti si andava a Introbio, sotto la quale cura sono detti Monti per partire per tempo con il curato che canta messa nel piccolo Oratorio dedicato alla Madonna della Neve” così veniva scritto sulla “Cronichetta del Convento dei Cappuccini” di Lecco nel 1718.
* Informazioni tratte dal volume “Introbio una comunità parrocchiale nei secoli”
F. M.