Qualche giorno fa ho ascoltato Mario Calabresi al “Circolo dei lettori” e una parola che risuonava era “gratitudine”. In un anno/biennio così complicato mi è sembrato meraviglioso avere ancora voglia, energia e speranza per poter dire “sono grato di qualcosa”.
“Gratitudine di essere qui,
Gratitudine allo studio medico scientifico per il vaccino,
Gratitudine per aver scoperto il valore delle cose che davamo per scontate,
Gratitudine per poter viaggiare,
bere un caffè al bar, sedersi su una panchina occupata già da qualcuno.
Gratitudine nel poter avere relazioni, socialità,
Gratitudine per ciò che non è scontato, gratuito, ovvio”.
Dovremmo tener viva la riconoscenza per quello che abbiamo recuperato, essere grati per quello che ogni giorno ci viene restituito.
Io sono grata a questo spiraglio di luce che la vita ci sta regalando: non so cosa avverrà domani, il mese prossimo, in autunno, ma oggi sono grata di poter avere ancora mia mamma (anche se il covid ha portato via papà),
sono grata per i nuovi arrivati in Rsa (anche se non scorderò mai chi abbiamo perso),
sono grata per i miei collaboratori, perché credono in quel che fanno nonostante tutti siamo stati e siamo messi alla prova.
sono grata all’estate, che permette aria e respiro a tutti noi,
sono grata a chi ha mi ha dato in dono l’amore per i fragili: mi rafforza ogni giorno poterci essere per loro.
sono grata ad Angela, un’Ospite che mi ha fatto una carezza dopo l’incontro con i familiari e mi ha detto “grazie del suo tempo”.
sono grata a chi mi ha insegnato a vedere “Oltre” l’apparenza, per poter notare il cuore delle cose.
Sono grata alla Fondazione lecchese, per aver supportato il nostro progetto dell’oasi delle emozioni,
Sono grata a Virginio, che ci ha aiutato in questo anno difficile,
sono grata a Daria che mi supporta nel lavoro e nella “fatiche” quotidiane.
Sono grata a chi mi dà la possibilità di lavorare andando “oltre” il mio lavoro: non potrei mai stare dietro una scrivania “soltanto”, ho bisogno di relazionarmi a ospiti, famiglie, operatori.
Grazie a chi sa leggere tra le righe, a chi vede oltre ciò che non viene scritto.
Direttrice Casa Sant’Antonio
Barzio