Qualche anno fa transitando del tutto casualmente da Sorico mi resi conto di conoscere ben poco del territorio che circonda il lago di Novate Mezzola in Val Chiavenna ma solo recentemente mi sono deciso ad approfondire la questione: nel settembre scorso dopo aver parcheggiato l’auto a Dascio, seguendo chiare indicazioni mi sono diretto verso il famoso tempietto romanico di San Fedelino. Senza correre ma senza fermarmi se non per qualche foto, dopo due ore e mezzo ero sul posto e il luogo merita davvero una visita approfondita.
L’antico oratorio romanico (XI-XII sec.) ospita infatti pregevoli affreschi ed è visitabile contattando la locale pro loco che nella bella stagione organizza visite guidate e camminate sulla antica strada romana che collega Dascio al tempietto di San Fedelino. All’esterno del luogo sacro, posto in una radura silenziosa e appartata sulle sponde del fiume Mera, si respira un’atmosfera particolare. A me era già successo di vivere la stessa sensazione all’abbazia di San Pietro al Monte sopra Civate. È l’antico che ti parla.
Guardandomi in giro sono presto arrivato al vicino e scenografico approdo riservato alle barche dei visitatori che giungono via lago ma c’é chi arriva al tempietto semplicemente attraversando il prospicente corso d’acqua che scendendo dai monti del Maloja trascina con sé un limo sottilissimo che conferisce alle acque il caratteristico colore verde-azzurro: nei pressi del sacro luogo c’é anche una antica e dismessa cava di granito che vista la vicinanza con la chiesetta ha preso il suo nome e si chiama per l’appunto “San Fedelino”. In passato questo apprezzato materiale da costruzione si usava in edilizia popolare ma anche per lastricati stradali e marciapiedi nelle città più vicine.
Dall’approdo lo sguardo spazia sul suggestivo paesaggio ma a colpire anche l’occasionale visitatore é l’imponente insenatura del pozzo di Madrone: le sue verticali pareti di roccia che sprofondano nelle acque del lago gli conferiscono una grande austerità che é percepita soprattutto osservandolo dalla soprastante balconata. Da qui si possono apprezzare l’ampio territorio Valchiavennasco e le montagne che si stagliano di fronte a noi, in particolare spiccano la Val Codera e la Valle dei Ratti: in queste valli si sviluppa un tracciato ferroviario a scartamento ridotto, il cosiddetto Tracciolino, lungo una dozzina di Km che scorre ad altitudine costante di circa 900 metri e collega gli impianti idroelettrici della zona. È molto conosciuto e frequentato anche dagli escursionisti valsassinesi che, mentre camminano sul lato opposto della montagna, possono apprezzare la chiara sagoma del tempietto situato alla foce del Mera che confluisce nel lago di Mezzola.
Risalendo con la dovuta attenzione gli sfasciumi e i massi della vecchia cava si torna a riprendere la via del ritorno e se la gamba é ancora in forma consiglio una deviazione verso i poco distanti stagni di Peschiera, di origine glaciale e di notevole interesse naturalistico, rientrando poi a Dascio passando dall’abitato di Albonico, situato non molto lontano dal nostro punto di partenza: l’itinerario si sviluppa fra prati, boschi e coinvolgenti vedute sui panorami di lago e montagna che da queste parti esprimono suggestioni notevoli, proprio per il particolare colore che assumono le acque del bacino lacustre, nel quale si specchia anche la imponente cuspide del Legnone.
Claudio Baruffaldi