MILANO – Il record (primato non certo gradito) tra tutti i protagonisti della brutta vicenda ribattezzata “Rimborsopoli” spetta al valsassinese Stefano Galli: la seconda sezione della Corte d’Appello di Milano gli ha inflitto infatti 4 anni e 2 mesi per le spese “pazze” effettuate con soldi pubblici – i rimborsi della Regione, per l’appunto.
Ma si dovrebbe dire che al pasturese Galli, all’epoca capogruppo della Lega al Pirellone, è andata pure bene visto che in primo grado aveva rimediato una condanna a 4 anni e 8 mesi per i reati di peculato e truffa e la confisca (revocata invece in Appello per la prescrizione relativa ad alcuni episodi).
Tra questi, una consulenza da ben 196mila euro al genero Corrado Paroli e il rimborso di seimila euro per il matrimonio della figlia con lo stesso Paroli (foto a destra).
Per gli altri lecchesi, stralciata e accolta l’istanza di “concordato in appello” per l’ex assessore regionale Giulio Boscagli (un anno e 7 mesi con pena sospesa), mentre la prescrizione intervenuta per l’altro ex assessore Giulio De Capitani lo ha salvato dalla condanna che in primo grado era stata di un anno.
L’inchiesta condotta dal PM Paolo Filippini aveva permesso di scoprire come gli imputati (oltre una cinquantina) si fossero fatti rimborsare tra il 2008 e il 2012 un totale di 3 milioni di euro di soldi pubblici per acquisti al di fuori delle loro attività istituzionali e “di carattere personale”.
RedGiu
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RIMBORSOPOLI, CONDANNATI TUTTI I LECCHESI COINVOLTI.PENA PIÙ ALTA A STEFANO GALLI