Dopo avere scacciato i mercanti dal tempio, stupisce che si avvicinassero a Gesù ciechi e storpi e che Lui li guarisse. Eppure proprio questo accostamento ci aiuta a comprendere quale sia per Gesù la vera religione. Anzitutto, scacciando i mercanti dal tempio, Gesù proclama la santità di Dio, della sua casa, della religione: “La mia casa sarà chiamata casa di preghiera”.
Immaginando ciò che è accaduto ai tempi di Gesù, ma anche nei secoli successivi della storia della Chiesa fino ad oggi, ci rendiamo conto come sia sempre presente, a volte mascherata da finta carità, la tentazione di piegare la religione ai propri interessi personali: di denaro, di potere, di piacere.
È purtroppo la cronaca anche del nostro tempo.
Non c’è solo la Chiesa, come istituzione o come uomini di Chiesa, che si vende per ottenere favori materiali; c’è anche chi vuole comperare la Chiesa o la religione per raggiungere i propri interessi.
Ancora oggi, contro tutto questo mercanteggiare, si leva severissima la parola di Gesù: “Della casa di preghiera ne avete fatto una spelonca di ladri”.
Ma poi: “Si avvicinarono a Gesù ciechi e storpi, ed Egli li guarì”.
Non ebbero paura della sua sfuriata con i mercanti; si avvicinarono a Lui, come per ricordarci che la vera religione è quella che consente a tutti, ma specialmente ai più poveri, ai più umili e umiliati, di potersi avvicinare a Dio.
È nella casa di Dio, nella Chiesa, quella di muri e quella di persone, che anche gli ultimi devono sentirsi a casa loro.
La vera religione non è solo un ossequio di preghiere a Dio.
È vero: Gesù prega e invita anche noi a pregare.
Ma la preghiera al Padre si rivela vera e non vuota e formale, quando diventa fraternità con i figli di quel Padre.
Del resto, è quanto accade anche nelle nostre famiglie, quando dei genitori chiedono ai figli di onorarli, più che con le parole, amandosi fra loro.
Se Dio chiede assoluta riverenza per sé, questa diventa assoluto rispetto per ogni uomo suo figlio.
E’ lì che si leva ancora più forte e minacciosa la parola di Gesù: “La coscienza dell’uomo doveva essere luogo di santità, e voi ne avete fatto un covo di male quando avete rubato l’innocenza ai bambini, o avete istigato al male, o quando vi avete tolto Dio”.
È a questo modo che il Vangelo di oggi ci insegna sì ad onorare il tempio fatto di muri, ma ancor più quello che risiede nella coscienza di ogni uomo.
Don Gabriele
Vicario parrocchiale