IL NUOVO DISEGNO DI LEGGE CHE PERMETTERÀ DI COLTIVARE CANNABIS



L’8 settembre è stato un giorno rivoluzionario per il futuro della Cannabis in Italia. La Commissione Giustizia della Camera ha ratificato un nuovo disegno di legge che permetterà di coltivare la canapa in casa senza incorrere in sanzioni o pene.

Questo nuovo ddl ha stimolato l’interesse di tanti per questo particolare settore commerciale, che potrebbe essere rinvigorito così come già avvenuto negli Stati Uniti. In Italia i negozi di prodotti a base di Cannabis, come lo shop online Sensoryseeds, non mancano e sono pronti, nel caso il progetto diventasse legge, a una nuova era per il loro settore.

Tra gli obiettivi c’è quello di fare un po’ di chiarezza nel disordine legislativo che regna in questo campo. In questo caso la situazione è tanto più delicata in quanto si tocca anche l’ambito della salute. I cannabinoidi possono infatti essere utilizzati anche in campo medico per trattare i sintomi di determinate patologie.

Cannabis: i suoi usi terapeutici

Nell’immaginario comune l’effetto dei cannabinoidi è ricercato principalmente a scopo ricreativo e, spesso, si sottovaluta un altro fondamentale aspetto: in determinati casi, queste sostanze possono essere utilizzate con successo anche nella medicina. È infatti stato dimostrato che i loro effetti sortiscono buoni risultati per curare o alleviare i sintomi di determinate malattie, costituendo a volte valide alternative ai farmaci tradizionali.

Ecco alcuni esempi di utilizzo di Cannabis a scopo terapeutico:

  • trattamento del dolore cronico – l’effetto analgesico della marijuana consente di alleviare i dolori legati a determinate malattie come le neoplasie;
  • stimolazione dell’appetito – la cosiddetta “fame chimica” è utile quando si vuole combattere l’inappetenza legata all’anoressia, ai trattamenti chemioterapici, e via dicendo;
  • abbassamento della pressione sanguigna – in determinate condizioni patologiche, come nel caso del glaucoma che è talvolta causato da una eccessiva pressione sanguigna intraoculare, assumere cannabinoidi aiuta a contrastare la progressione della malattia;
  • azione miorilassante – i movimenti faciali involontari, causati da malattie come la sindrome di Tourette, possono essere ridotti con il consumo di marijuana.

Naturalmente l’utilizzo a scopo terapeutico va portato avanti con l’assistenza di un medico, senza abusare della sostanza, assumendone sempre le giuste quantità nei giusti tempi. Una regola aurea in questo come in qualunque altro aspetto della salute.

Coltivare la Cannabis: cosa dice oggi la legge

Se terminerà positivamente il suo iter, la nuova proposta di legge contribuirebbe a mettere un po’ d’ordine in un settore legislativo quanto mai ambiguo e fumoso come è attualmente quello riguardante la coltivazione della Cannabis.

Stando al Testo Unico Stupefacenti del 1990, per via del contenuto di sostanze psicotrope, la canapa rientrerebbe nelle piante di cui è vietata la coltivazione.

Fanno eccezione le varietà specificatamente selezionate per un utilizzo strettamente industriale (come la produzione di fibre).

A questa fonte di diritto si sovrappone, però, la legge n. 242 del 2 dicembre 2016 volta a promuovere la produzione e la filiera della Cannabis. Secondo questa norma le varietà di canapa inserite nel Catalogo comune delle Varietà di specie delle piante agricole stilato dall’UE, quando destinate all’utilizzo in determinati settori (alimentare, cosmetico, tessile,…),  non rientrano nell’ambito del T.U.

In nessuna delle 2 normative si definiscono con chiarezza le parti della pianta che è consentito lavorare e quelle invece per le quali la manipolazione è vietata. Le infiorescenze, da cui si produce la marijuana, non vengono specificatamente menzionate da nessuna delle suddette norme e, dunque, si trovano in una sorta di limbo legislativo che è stato accompagnato da interpretazioni discordanti e da una generale mancanza di visione unitaria.

Cannabis in casa: l’Italia prima in Europa

L’Italia potrebbe diventare il primo Paese in Europa a depenalizzare la coltivazione domestica di Cannabis. Ciò che è una realtà da diverso tempo negli USA, nei quali si sono sviluppate floride attività di produzione e commercio di canapa, sembra debba avverarsi anche nel Bel Paese.

L’iter del nuovo ddl dovrà necessariamente passare per la discussione in Parlamento prima di diventare legge, ma è naturale che ci sia grande fermento intorno a questo argomento. Le reazioni del mondo politico sono la prova di quanto delicato sia l’argomento.

Ma cosa cambierebbe rispetto all’attuale legislazione?

Innanzitutto sarà permessa la coltivazione domestica di Cannabis per un massimo di 4 piante femmine. Naturalmente la produzione in proprio deve avere come scopo il semplice consumo personale. Qualunque azione volta allo smercio sarà considerata illecita.

Inoltre saranno attenuate le pene per i fatti di lieve entità. Attualmente, in queste situazioni, la legge italiana non fa distinzione tra droghe “leggere” e “pesanti”. Il giudice può decidere di applicare una pena che vada dai 2 ai 6 anni indipendentemente che si tratti di marijuana o di droghe pesanti come l’eroina. Con il nuovo disegno di legge si attuerebbe una distinzione tra la Cannabis e le altre droghe prevedendo una pena massima di 1 anno nel primo caso, e una pena massima di 2 anni in tutti gli altri.

Al contempo verranno inasprite le pene per alcuni reati particolarmente gravi come lo spaccio nei confronti di minori e l’associazione a delinquere.

Non sappiamo ancora quale sarà l’esito di questa vicenda ma una riforma e un riordino del Diritto di questo settore, in un senso o nell’altro, sarebbe di sicuro auspicabile. Il disordine legislativo è notevole in un campo che riguarda in parte anche la salute dei cittadini. Per questo guardiamo con positività alle proposte di aggiornamento e rinnovamento come quella di cui abbiamo parlato, con l’augurio che i cittadini possano trovare giovamento in una legge più chiara e trasparente.

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