Nel momento in cui si chiama in causa il dolore, si inquadra una condizione che può rivelarsi invalidante. Esistono, però, situazioni in cui i sintomi sono meno intensi e possono essere tenuti sotto controllo con alcuni rimedi naturali. Premettiamo ovviamente che, prima di iniziare a utilizzarli, è opportuno chiedere consiglio al proprio medico di fiducia. Detto questo, non resta che scoprire quali sono i migliori. Dal momento che l’elenco completo sarebbe molto lungo, nelle prossime righe abbiamo incluso quattro tra le tante alternative.
CBD
Il CBD o cannabidiolo, principio attivo della cannabis più famoso dopo il THC, è considerato un efficacissimo antidolorifico naturale. Sono diverse le testimonianzie scientifiche al proposito. In questo novero è possibile citare uno studio pubblicato quest’anno sulle pagine della rivista Experimental and Clinical Psychopharmacology. Gli esperti che l’hanno condotto hanno reclutato un campione di 15 soggetti adulti, assegnati in modo casuale all’assunzione di placebo e di CBD (olio in particolare). Al follow up, è stato possibile scoprire che il cannabidiolo non era stato in grado di influire sulla soglia del dolore e sulla loro intensità. A cambiare è stata però la sua percezione. Questo lavoro scientifico, che ha monitorato un campione di pazienti estremamente ridotto, è la dimostrazione di come sia necessario fare ancora tanti passi nella ricerca sugli effetti analgesici di CBD.
Intanto, si può provare l’olio, disponibile in diversi gradi di purezza sui numerosi e-commerce che, dal gennaio 2017, permettono di acquistare cannabis light in Italia (caratterizzata per la precisione da una percentuale di THC non superiore allo 0,2%).
Artiglio del diavolo
Nel momento in cui si chiamano in causa gli antidolorifici naturali, è doveroso soffermarsi sui rimedi per tenere sotto controllo i fastidi a livello articolare. Uno dei più efficaci è senza dubbio l’artiglio del diavolo. Spesso indicato nelle situazioni in cui il dolore articolare a seguito dell’esercizio dell’attività sportiva si fa particolarmente intenso ma comunque risolvibile senza il ricorso a farmaci, è utilizzabile sotto forma di pomata o di capsule. La prima opzione è oggettivamente più diffusa. Come agisce di preciso? Quando si parla di questa pianta, che cresce soprattutto in zone del mondo come l’Africa meridionale, è necessario soffermarsi sulle sue radici tuberiformi, dei veri e propri scrigni ricchi di principi attivi antidolorifici e antinfiammatori.
Boswellia
Il mondo degli analgesici naturali è ricco di alternative preziose. In questo novero spicca la Boswellia. Scientificamente nota con il nome di Boswellia serrata, si contraddistingue per importanti proprietà antidolorifiche e antinfiammatorie.
Tra le situazioni in cui è indicata è possibile chiamare in causa il dolore articolare e quelli causati dai reumatismi, per non parlare delle tendiniti e delle miositi. Esplorare tutto quello ruota attorno alla sua proprietà significa, per forza di cose, chiamare in causa l’acido boswellico, costituente attivo noto per la sua capacità di bloccare i processi infiammatori. Principi attivi basilari quando si punta a tenere sotto controllo lo stimolo del dolore, è privo di effetti collaterali. Per quanto riguarda le modalità di assunzione, tra le varie opzioni è possibile chiamare in causa l’estratto secco, commercializzato sotto forma di compresse e capsule. Da non dimenticare è anche la tintura madre, così come le pomate.
Partenio
Concludiamo questo piccolo viaggio alla scoperta dei principali analgesici naturali parlando del partenio, una pianta molto simile alla camomilla i cui benefici possono essere sfruttati grazie a capsule o estratto secco. Quando la si chiama in causa, è doveroso sottolineare che la maggior parte dei principi attivi si concentra nelle foglie.
Per quel che concerne le indicazioni, tra le principali troviamo la capacità di attenuare il dolore causato dalla sindrome premestruale. Inoltre, è stata più volte dimostrata la sua efficacia contro il mal di testa, in particolare quando associato a sintomi come la nausea. Essenziale è evitare di assumerlo in gravidanza, per via del maggior rischio di parto prematuro.