Perché venire a Messa alla domenica? Perché credere alle Scritture, specialmente all’Antico Testamento? Chi non si è mai fatto queste domande? Merita sempre notare la risposta che ci viene data dal Vangelo di oggi: perché anche Gesù abitualmente, ogni sabato, si recava alla sinagoga, e perché lui stesso dimostra di credere alle Scritture.
Anche noi nel giorno del Signore ci ritroviamo nella chiesa a fare memoria di lui e leggiamo la parola di Dio ispirata dallo Spirito. Il Vangelo di oggi, collocato in questo tempo ancora natalizio, è un invito a rileggere il mistero del Natale, cioè dell’Incarnazione del Figlio di Dio, alla luce delle antiche profezie.
Le tre letture mettono in evidenza come protagonista della storia della salvezza sia lo Spirito: è lui che ha ispirato le Scritture e che ora ricolma della sua presenza Gesù: Lui non soltanto spiega le Scritture, ma le realizza.
Noi non riusciamo ad immaginare lo Spirito, ma lo crediamo perché Gesù stesso ce ne parla.
Nella prima lettura riecheggia il Vangelo che abbiamo ascoltato nella notte di Natale: “In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio”.
Verbo è la parola creatrice di Dio: “Dio disse … e fu fatto”, ed è il suo soffio che diede vita all’uomo.
In quel brano abbiamo ascoltato l’ordine dato dal Creatore alla Sapienza (altro nome per indicare il Verbo): “Fissa la tenda in Giacobbe”, e nel Vangelo ascoltiamo: “E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi”.
Ci sembrano parole astratte, non sono cose concrete come i comandamenti; eppure, se ci pensiamo bene, ci introducono nel mistero stesso di Dio, suscitano il nostro stupore e ci parlano della benevolenza e della misericordia del Padre verso di noi.
Il mistero del Natale non ha bisogno di parole per diventare preghiera sulle nostre labbra: ha bisogno di silenzio, di stupore e di gratitudine.
Gesù poi conclude con una parola: “Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato”, nella quale riecheggia l’annuncio del Natale fatto dall’angelo ai pastori: “Oggi per voi è nato il Salvatore”. Non eravamo presenti a Betlemme alla nascita di Gesù, né nella Sinagoga di Cafarnao, ma è come se Gesù voglia ricordarci che ogni giorno può e deve essere quell’”oggi” in cui nasce nella nostra vita attraverso il compiersi in noi della sua parola.
Don Gabriele
Vicario parrocchiale