PREMANA – A Premana ci sono produttori che, a ragione, applicano il marchio “made in Italy” alle loro forbici e ai loro prodotti.  Tra le più ligie alle normative e attaccate all’orgoglio imprenditoriale premanese troviamo tantissime piccole realtà.

Ed è proprio in questa comunità che sta facendo scalpore il mega sequestro di di ben 126mila forbici e altri utensili da taglio prodotti in Cina.

Rumore, sia per la localizzazione premanese sia per le dimensioni rilevanti dell’azienda coinvolta nel controllo alla frontiera di Montano Lucino (CO).
Il blocco dell’ingente quantitativo di merce da parte delle autorità doganali è originato da contestazioni di irregolarità in materia di tutela del “Made in Italy” – per falsa indicazione di origine – e in materia di Codice del Consumo per la mancata indicazione di informazioni precise su nome, sede e indirizzo del soggetto importatore.

La nostra redazione ha compiuto verifiche che portano a collegare alla merce sequestrata una nota impresa premanese, incredibilmente tra quelle che con grande convinzione hanno sempre sostenuto il marchio Premana e la “qualità ad alta quota“. Attribuzione quest’ultima che, ricordiamo, esiste perché in paese la produzione specifica legata alla tradizione è ancora tenuta in vita da tante aziende.

Salvo cadere – per quanto si apprende – nel brutto episodio di cronaca dell’altro giorno, con il sequestro di merce ben poco premanese, fatto passare per “prodotta in Italia”.

Di certo una rondine non fa primavera, ma il comparto ora si trova alle prese con un evento che può proiettare una immagine distorta su tutto il distretto dell’Alta Valle.

RedCro
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LA NOTIZIA IN ANTEPRIMA SU VN, STAMATTINA:

LE FORBICI ‘MADE IN ITALY’ ERANO CINESI. NEI GUAI AZIENDA VALSASSINESE