INTROBIO – La Valbiandino è una riserva archeologica che nel sottosuolo serba segreti e ricchezze. A dare la bella notizia una équipe di professori dell’università di Milano, polo di Peschiera Borromeo, che per settimane ha portato avanti analisi e carotaggi.
La felice intuizione è di due ricercatori che, passeggiando lungo il nuovo tracciato diretto a Santa Rita, si sono imbattuti in alcune monete di antichissimo conio. A quel punto, complice l’inverno secco, non è stato difficile per i due investigatori del passato procedere con sopralluoghi informali. “Sembra che qui si possa scavare nell’indifferenza, velocizzando le procedure abbiamo colto l’occasione e muniti di pala e secchiello ci siamo tolti subito i dubbi”.
Diversi i monili protostorici riportati alla luce ma a far gridare Bingo! è stato il rinvenimento di una piccola anfora di fattura tutt’altro che pregevole contenente però i fossili di una coppia di paguri preistorici estremamente rari, due “Leucensi Leucensi“.
Nella massima riservatezza si è così arrivati in Sovrintendenza Beni Culturali, la quale ha concesso la chiusura al pubblico della vallata di Biandino per predisporre l’area di scavo. E chissà che un giorno non lontano anche la Valsassina possa avere la sua Pompei.
Lucio Persichetti