CREMENO – Ricordi, canti, poesie, aneddoti… In una parola sola Emozioni. Così gli ospiti dell’associazione culturale “La Fucina” hanno voluto ricordare Giuseppe Devizzi, “Peppino”.
Nelle testimonianze è emerso lo spirito modesto e riservato del cremenese ma pure la sua grande capacità di osservare e trasmettere quelle impressioni e sensibilità che, a nove anni dalla sua morte, ne hanno tenuto acceso il ricordo.
Nella chiacchierata condotta da Massimo Pirovano le prime parole su Peppino le ha proposte la sorella Anna. Davanti al camino di Villa Carnevali ha ricordato come da giovane, inscenando sul palco della filodrammatica un raduno tra amici intorno al fuoco, il fratello gettò i semi per quello che sarebbe poi diventato il Coro Valsassina.
“La sera che morì, il Coro Valsassina stava per iniziare un concerto – ha raccontato l’allora direttore Alessio Benedetti – ci riunimmo in cerchio per decidere il da farsi e ci trovammo concordi: cantiamo, Peppino avrebbe voluto così”. “Il rapporto del Coro Valsassina con Peppino è di eterna gratitudine – le parole del presidente del sodalizio Graziano Combi – tanto che non appena ha lasciato il canto lo abbiamo premiato con la presidenza onoraria”.
La musica ha accompagnato Devizzi per tutta la vita. “Diversi gli strumenti a corde che conservava – riferisce l’amico Massimo Pirovano -, che suonava o che avrebbe voluto suonare”, e nella memoria di tanti ci sono ancora le serate trascorse accanto al pianoforte di Stella Gargenti, suonando e cantando per intrattenere gli ospiti dell’albergo Principe ma anche per semplice desiderio di divertirsi e stare in compagnia. “Ti ricordi Peppino di quella sera che nemmeno ci accorgemmo che fuori stava nevicando?” si è rivolta Stella in una lettera scritta per l’amico scomparso.
Altra passione di Devizzi furono la poesia e il dialetto. Era il 1978 quando con la Biblioteca di Barzio raccolse poesie, proverbi e filastrocche in dialetto cremenese, brani interpretati durante la serata da Angelo Scandella.
Testi poi messi in note: Anna Devizzi, accompagnata da Pirovano e Scandella, ha cantato El maj de la füsina – “e chissà che alla nascita de La Fucina le parole di Peppino non abbiano inconsapevolmente indirizzato nella scelta del nome” -; Benedetti alla fisarmonica ha eseguito La Marieta del Praa Quadro “ma rigorosamente in dialetto di San Pietro” ha scherzato.
Quello ideato dall’associazione culturale “La Fucina” si è rivelato un incontro leggero, denso di emozioni e a tratti commovente, alla riscoperta di “una persona che è stata importante per Cremeno e per tutto l’altopiano – come ha commentato il sindaco di Cremeno Pier Luigi Invernizzi -. Ben venga questo tipo di iniziative e personalmente mi sento onorato che per la serata sia stata scelta Villa Carnevali, dove è conservato l’archivio di Peppino”.
C.C.