CREMENO – Con la conferenza sulla presenza del lupo e la necessità di gestirne la crescita si è chiusa la programmazione estiva dell’associazione culturale ‘La Fucina’.
Il relatore, Michele Corti, docente universitario, attivista e presidente dell’Associazione Pastoralismo Alpino, ha fatto sue le preoccupazioni del mondo montano di fronte alla crescita esponenziale della popolazione di lupi, portando a conoscenza del pubblico di Villa Carnevali gli approcci sulla questione messi in atto dai paesi a nord della catena alpina ed evidenziandone le distanze con il protocollo italiano, ancorato ai decenni in cui il predatore era in via di estinzione, e sulla differenza di metodo tra la convivenza con il lupo e quella con l’orso, dove sono previsti protocolli ben più severi.
Corti ha illustrato anche il non sempre facile controllo sulle mute di cani “antilupo”, addestrati per proteggere le greggi al pascolo ma non senza conseguenze per l’avifauna e per le persone che frequentano i pascoli per turismo. Ancor più seria è la problematica generata dagli ibridi che incrociandosi con i cani domestici superano il timore nei confronti dell’uomo, dunque si mostrano meno reticenti ad avvicinarsi alle aree urbane, oltre che destinati a soppiantare geneticamente le specie “pure” di lupo. Il rischio, spiega Corti, è che ritardando ulteriormente una politica di gestione dei branchi di lupi, si giunga in pochi anni alla situazione già vissuta con i cinghiali.
Altrettanto interessante e costruttivo il dibattito che è seguito alla conferenza di Corti, con un pubblico curioso e pronto a confrontarsi su posizioni diverse ma certamente non inconciliabili con le istanze dei pastori.
C.C.