RICCIONE (RN) – Dall’annuale assemblea di Anef (Associazione Nazionale Esercenti Funiviari) è emersa una sintesi, un manifesto, che raccoglie le emergenze, le necessità, le proposte per una nuova centralità delle terre alte: “Siamo l’unico argine allo spopolamento della montagna, ci assumiamo responsabilità e chiediamo alla politica una legge per la montagna che riconosca il nostro ruolo e ci metta nelle condizioni di operare al meglio” l’accorato appello della presidente Valeria Ghezzi che è stata confermata alla guida dell’associazione.
Il Manifesto è frutto del lavoro di circa 280 fra aziende, imprenditori, istituzioni e protagonisti della vita nelle terre alte. Un documento che pone l’attenzione sul valore e sulle potenzialità dei territori montani, come spazio di vita peculiare e unico per chi ci abita (o ci potrebbe abitare) e per chi ci lavora (o ci potrebbe lavorare) e come patrimonio territoriale di cui siamo tutti beneficiari e responsabili. Questo, oltre a ribadire l’importanza del settore impianti a fune come motore dell’intera economia di montagna, definisce i passi e gli impegni futuri che saranno rivolti a una sempre maggiore dedizione per garantire la sostenibilità ambientale, economica e sociale della montagna.
Il Manifesto è stato il tema centrale dell’Assemblea Generale di Anef che è stata l’occasione per definire le nuove cariche elettive e di formalizzare il nuovo Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro con le organizzazioni sindacali.
Il Manifesto si articola attorno a nove parole chiave.
SOSTENIBILITÀ
“I turisti vengono in montagna perché c’è un ambiente straordinario, in inverno per sciare in estate per passeggiate o andare in mountain bike – ha spiegato Rolando Galli, presidente di Anef Toscana – Noi vendiamo il nostro territorio che negli ultimi anni, a causa dello spopolamento, si è molto impoverito dal punto di vista umano. Ci spaventa non poco un certo ambientalismo di facciata perché l’unico circolo virtuoso possibile è questo: lo sviluppo socio economico dei territori come chiave per mantenerli abitati e il non-abbandono dei territori come chiave per il rispetto e la valorizzazione sociale e ambientale”.
ACQUA
Essenziale per la nevificazione, un processo che permette di sciare anche in assenza di precipitazioni e quindi di programmare la stagione sciistica, l’acqua è oggi al centro del dibattito pubblico visti gli ultimi mesi particolarmente siccitosi. “Per la produzione di neve, l’acqua non viene in nessun modo sprecata né, tantomeno, inquinata. Semplicemente viene presa in prestito e trasformata in neve per essere poi naturalmente restituita in primavera nelle stesse condizioni idriche e sugli stessi versanti di prelievo”, ha commentato Helmut Sartori, presidente di Anef Alto Adige. Per ottimizzare il processo sono necessari bacini di accumulo in quota, tra l’altro sempre più utili anche alla Protezione Civile nella lotta agli incendi e per l’agricoltura.
ENERGIA
Gli impianti di risalita sono ad azionamento elettrico così come i generatori per la produzione di neve. Energia per di più pulita perché ottenuta con gli impianti idroelettrici. “Affrontare i rincari, per aziende che sono energivore e che concentrano i consumi per cinque mesi all’anno, è uno sforzo che rischia di andare al di là delle nostre capacità e possibilità. E il rischio è che le aziende più piccole non ce la facciano… Chiediamo con forza che il governo riconosca in modo formale le aziende funiviarie quali energivore e le aiuti ad affrontare questa situazione di difficoltà che, purtroppo, non dipende dalla capacità imprenditoriale”, puntualizza Giuliano Grani, presidente di Anef Emilia Romagna. L’energia passerà a pesare dal 10 al 30% nei bilanci degli imprenditori funiviari, i rincari degli skipass che si attesteranno tra il 5 e il 12% copriranno l’inflazione, non i maggiori costi energetici.
PRESIDIO DEL TERRITORIO E SICUREZZA IDROGEOLOGICA
Le comunità di montagna si sono sempre occupate di mantenere e curare il territorio. Con l’abbandono negli anni dell’economia agricola e zootecnica questo ruolo è stato assunto dagli impiantisti – ha voluto sottolineare Luca Guadagnini, presidente di Anef Trentino – Il rischio idrogeologico è molto minore dove ci sono gli impianti di risalita. Siamo importanti perché facciamo economia ma anche come manutentori di un territorio delicato che è ancora più fragile con gli eventi climatici estremi che sono sempre più frequenti”.
LAVORO
Gli impiantisti hanno appena rinnovato per il triennio 2022/2025 il Ccnl dimostrando vicinanza e attenzione ai lavoratori. “È stata una decisione difficile e coraggiosa quella di avviare la trattativa dopo il periodo del Covid e della chiusura – ha spiegato Danilo Chatrian vicepresidente vicario di Anef e presidente di Anef Valle d’Aosta – Abbiamo agito con grande senso di responsabilità e rispetto verso i nostri lavoratori e la stessa responsabilità l’abbiamo trovata nelle organizzazioni sindacali. Avere trovato un accordo in tempi brevi e senza conflittualità significa garantire certezze per le aziende e rispetto per i lavoratori. Quello stesso rispetto e senso di responsabilità che chiediamo oggi alla politica nei nostri confronti e nei confronti dei lavoratori con un intervento importante sul costo del lavoro e sul cuneo fiscale”.
SICUREZZA
“La sicurezza è un prerequisito di ogni impianto di risalita ed è per noi fondamentale che il trasporto sia sicuro, come è, e che sia percepito chiaramente come tale. Per noi la sicurezza è parte stessa del prodotto, abbiamo norme e protocolli di sicurezza che sono tra i più restrittivi in Europa e nel mondo e, anche statisticamente il trasporto più sicuro è quello a fune”, spiega ancora Danilo Chatrian.
TURISMO
Il Governo Draghi ha nuovamente istituito il Ministero del Turismo, un fatto che noi funiviari abbiamo accolto con entusiasmo. “È importante che il Turismo, con il suo 13% di Pil abbia in Italia un ministero, una visione, una politica ed una strategia coordinate, un’attenzione specifica su tutti i settori e non demandata alla buona volontà o alla capacità di ciascuna regione o territorio di farsi notare. La montagna italiana è fonte di ricchezza, di Pil, di diffusione del made in Italy, dalle Dolomiti alla Skyway, fino all’Etna passando per gli Appennini. Le va data la giusta attenzione, va dotata di strumenti normativi adeguati”, dice Nicola Bosticco vice presidente di Arpiet Piemonte.
VALORE SOCIO ECONOMICO DELLA FILIERA DELLA MONTAGNA
Gli impiantisti, con il loro 1,2 miliardi di euro di fatturato, rappresentano il motore dell’intera filiera della montagna che comprende hotel, ristoranti, rifugi, maestri di sci…, producendo un indotto sull’intero comparto pari a circa 8miliardi di euro. “È essenziale quindi che la sostenibilità venga intesa anche come economica e sociale oltre che ambientale – sottolinea Marco Grigoletto, presidente di Anef Veneto -. Noi impiantisti abbiamo responsabilità sociale verso un intero territorio: dove sparisce un impianto non c’è più possibilità di creare lavoro e reddito e quel territorio muore. Nel periodo Covid abbiamo visto che con gli impianti fermi tutta la filiera si è fermata. Il pubblico servizio che forniamo non è solo trasporto ma tutela del territorio e mantenimento delle comunità”.
IMPORTANZA DEGLI INVESTIMENTI
Gli impianti a fune, i sistemi di innevamento e la gestione del territorio comportano ingenti investimenti, essenziali per garantire da una parte la sicurezza e dall’altra la competitività delle località sciistiche. “Servono investimenti e risorse per mantenere i nostri comprensori al passo con i tempi e competitivi – ha spiegato Massimo Fossati, vicepresidente di Anef e presidente di Anef Lombardia –. Noi continuiamo a investire sulla montagna e non vogliamo vivere di assistenza, i ristori sono stati un unicum per tenere in vita le aziende. Non chiediamo assistenza ma semplificazione burocratica e supporto per poter continuare a investire in modo efficace le nostre risorse e continuare così a sviluppare e tutelare la montagna”.