Leggo con interesse lo scambio tra il “già” e l’attuale Sindaco di Primaluna su queste pagine, relativo al progetto della variante di fondovalle per la Valsassina e tra i concetti apprezzabili espressi non posso che notare alcune contraddizioni… Da una parte si sostiene che la strada serva al turismo, salvo però sottolineare che la sua realizzazione “inciderà in maniera sensibile su un ampio tratto di territorio oggi particolarmente apprezzato per la presenza di strutture ludico sportive e agricole”, in effetti una zona che ora propone servizi per i turisti come la frequentatissima pista ciclabile, i maneggi, i campi da tennis, area camper e verdi prati verrà stravolta per far passare la strada… Si sottolinea anche che sarebbe una possibile alternativa alla SS36 nel caso di problemi a quest’ultima, come è successo ad agosto. Peccato che poi bisognerebbe costruire una galleria fino alla bassa Valtellina, perché le strade che portano verso il lago sono lì da vedere. Le valli alpine con una sola strada sono numerose, ma la manutenzione è solitamente curata e capita anche di prendere una multa per eccesso di velocità ogni tanto, mentre sarei curioso di sapere negli ultimi trent’anni quante ne sono state fatte sulla provinciale 62…Curiosa la necessità di una strada scorrevole, quando la provinciale ha poco da invidiare all’autodromo di Monza.
Dall’altra parte invece si sviscerano problemi ambientali, di peggioramento della qualità dell’aria, ma par di capire solo se la strada si ferma a Cortabbio, mentre se prosegue fino alla ex-cava non si capisce come mai l’aria diventi d’un tratto pulita e il rumore scompaia…
Certamente avrò male interpretato, ma a mio modo di vedere anche il binomio cemento asfalto è deleterio sia se si ferma a Cortabbio che poche centinaia di metri più avanti.
Nessuno di coloro che vogliono “preservare il centro del paese” invece pensa all’impatto negativo sulle attività commerciali che ancora resistono a Primaluna, le tangenziali sono in tutta Italia sinonimo di morte dei piccoli esercizi e in questo caso anche di quelli medi, basta vedere cosa è successo a Introbio. Il turista che prima passava in paese e faceva tappa all’unico supermercato, prima di arrivare alla mèta, ora probabilmente farà la spesa al nuovo mega supermercato di Pasturo, sfrecciando veloce sulla nuova variante salutando come le caprette di Heidi; anche perché di un territorio deturpato come quello che si prospetta, il turista se ne fa ben poco e passa oltre, a Taceno in effetti la zona lungo la pista ciclabile è molto più appetibile già ora di quella di Primaluna…
Forse buttare giù le vecchie case che restringono il passaggio a Primaluna, non sarebbe una possibilità da scartare, giusto per mantenere un minimo più alto il valore delle altre e una valle un po’ più bella con qualche posto di lavoro mantenuto in paese…
La variante è certamente necessaria per lo sviluppo economico della Valsassina, ma dagli amministratori attuali e passati sarebbe bello sentir parlare anche di opere compensative dell’inevitabile impatto ambientale, di come mimetizzare paesaggisticamente la nuova strada e il florilegio di capannoni industriali, con piantumazione di alberi adatti allo scopo e opere di abbellimento come si fa in nord Europa, e ovviamente precludere fin da ora la costruzione di manufatti commerciali ai lati della tangenziale (in parte l’alveo del Pioverna ci salva) perché la componente economica del turismo non è da escludere a prescindere a favore del manifatturiero e la Valsassina negli ultimi anni in questo senso è decisamente peggiorata.
Lettera firmata
NOTA EDITORIALE
Evidentemente, l’idea di “buttare giù le vecchie case” della strettoia a Primaluna è opinione dell’autore di questa lettera – suggerimento estremo, non condiviso da VN.
Ma non è nostra abitudine “censurare” le missive che riceviamo e decidiamo di pubblicare; questa in particolare ci è parsa interessante – anche se quel passaggio può risultare un po’ forte, specie per chi abita proprio nella zona oggetto della proposta del nostro lettore.
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