Il Vangelo di oggi ci parla di Giovanni Battista come l’’ultimo dei profeti che ci conduce a Gesù. Nella corso della storia Dio, mediante i profeti e da ultimo Giovanni Battista, ha preso per mano l’umanità insegnandogli come vivere mediante la Legge (v. i Comandamenti). Ma ora il tempo della Legge come maestra è terminato, non perché la Legge non ha più valore, ma perché ora è scritta nel cuore dei discepoli di Gesù. Potremmo dire che Giovanni personifica la Legge di Dio scritta sulle tavole di pietra o sui rotoli custoditi nel tempio, mentre Gesù personifica la Legge scritta nei nostri cuori.
Gesù ci richiama spesso a questa Legge scritta nel nostro cuore.
Ci basti ricordare le parole del padre al figlio che non voleva fare festa per il ritorno del fratello: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo”: a chi è figlio e si sente davvero tale, serve una legge per sapere come deve vivere?
Nella nostra esperienza personale possiamo pensare al cammino che normalmente abbiamo fatto con l’insegnamento di genitori ed educatori: quando siamo passati da regole che ci erano state insegnate al momento in cui finalmente le abbiamo comprese e sono uscite da noi come esigenza del nostro cuore.
Il Vangelo di oggi ci suggerisce proprio questa parola come il momento di passaggio da Giovanni Battista a Gesù: “tu sei mio figlio!”.
Nel Vangelo abbiamo sentito che verità e grazia vengono da Gesù: la verità e la grazia più grandi per noi sono quella di sapere e di essere figli di un Dio che ci è Padre.
Come in Gesù noi riconosciamo il segno più grande e vero dell’amore del Padre per noi, così per la nostra accoglienza di Gesù, che ci vuole come fratelli, il Padre può accoglierci come suoi figli.
Veramente Gesù è il crocevia tra il Padre e noi; diceva S.Ambrogio: “Cristo è tutto per noi”.
Il Vangelo di oggi si conclude con una affermazione straordinaria: “Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato”.
Chissà come Giovanni deve aver sentito Gesù parlare del Padre o pregarlo per esserne a tal punto affascinato da scrivere nel suo Vangelo queste parole o dal chiedere con gli altri apostoli: “Mostraci il Padre e ci basta”.
La fede è al tempo stesso una cosa semplicissima e ardua: semplicissima per i piccoli secondo il Vangelo e ardua per i grandi secondo il mondo.
Ci aiuti Gesù a essere piccoli come i bambini, per mettere la nostra mano nella sua e lasciarci aiutare da Lui a vedere con i suoi occhi, a credere con la sua fede, a pregare come pregava Lui.
Don Gabriele
Vicario parrocchiale