VALSASSINA – I dati Irpef parlano chiaro: stando all’imposta sul reddito delle persone fisiche conviene abitare a Cassina, Casargo, Cortenova, Margno e Pagnona, Morterone e Perledo.
La legge di bilancio 2023 ha apportato un robusto maquillage alla flat tax, in linea con i desiderata degli elettori dell’attuale Governo, e per il 2023 è stato introdotto l’innalzamento della soglia per autonomi e partite Iva sino al monte ricavi di 85.000,00 (il previgente era di 65.000 euro) su cui sarà applicabile la tassa piatta, senza quindi deduzioni e detrazioni (fatta eccezione la deduzione per i contributi previdenziali obbligatori), pari ad un’aliquota del 15% sostitutiva di Irpef e relative addizionali locali.
Può una legge dello Stato con oggetto il reddito per le persone fisiche produrre effetti diretti sulle casse dei nostri Comuni? La risposta è sì, poichè l’aumento della platea dei possibili tassapiattisti, – concedeteci il neologismo – potrebbe ridurre il gettito fiscale delle addizionali comunali, ovvero la piccola frazione di Irpef destinata ai Comuni. Flat tax che si aggiunge agli altri regimi basati su un prelievo sostitutivo che non contempla addizionali, è il caso per esempio della cosiddetta cedolare secca sugli affitti.
In attesa del butterfly effect, sempre se ci sarà, e attendendo il Ddl Autonomia differenziata che per il momento non sembra essere particolarmente incisivo sul tema fiscale, abbiamo voluto volgere il nostro sguardo alla realtà locale, andando a vedere come e quanto tassano i Comuni della Comunità Montana sui redditi Irpef.
La premessa d’obbligo è quella che la finanza locale è stata oggetto negli ultimi anni di una vera e propria rivoluzione, nel senso che a fronte di un inesorabile congelamento dei trasferimenti erariali i Comuni si sono trovati nelle necessità di azionare la leva fiscale interna agendo su entrate proprie, tra cui appunto l’addizionale comunale, tassa da alcuni mal tollerata poiché agisce sul montante Irpef già tassato. Inoltre nei bilanci comunali fiaccati dal nuovo assetto, molte Amministrazioni hanno dovuto trovare le risorse da destinare a capitoli di spesa impensabili sino a qualche anno fa: è il caso per esempio delle spese del sociale cui i Comuni, quali enti di prossimità, sono chiamati a far fronte in maniera sempre più importante.
Dalla tabella sottostante si evince che la maggior parte dei Comuni Valsassinesi prevede l’addizionale comunale, sorridono solo gli abitanti dei Comuni di Cassina, Casargo, Cortenova, Margno e Pagnona, Morterone e sul lago Perledo, paesi nei quali il tributo continua a non essere applicato.
Ma veniamo ai conti, quanto incide il tributo sul portafoglio dei contribuenti? Scorrendo le tabelle riepilogative emerge che molti dei Comuni prevedono un’aliquota unica, questo forse non si pone esattamente in linea con il principio di progressività cui dovrebbe essere uniformato il prelievo fiscale, ma occorre considerare che in questi casi l’aliquota è quasi sempre medio-bassa.
Parlando in soldoni quanto si paga? Ad esempio se l’imponibile Irpef è pari a 25mila euro, mentre la percentuale di addizionale Irpef è 0,60%. Allora l’addizionale dovuta al comune attorno ai 150euro annui, poche decine di euro ma che in epoca di inflazione e incisivi aumenti delle bollette per qualcuno potrebbe essere una ‘cifretta’ non trascurabile.
E ora? È innegabile che l’addizionale comunale si presenti ormai come un’imposta “matura” che molto probabilmente non ha saputo seguire l’evoluzione del sistema fiscale e la migrazione di diverse fonti di reddito dall’ ex universale Irpef ai vari regimi forfettari che applicano imposte sostitutive, tutti meccanismi che riducono la platea di potenziali contribuenti e che fanno ipotizzare ad una riforma della finanza locale con la previsione di sistemi di compartecipazione al gettito da parte degli Enti locali, anche se, abbandonata l’incompiuta riforma del federalismo fiscale, è veramente difficile ipotizzare come verrà ridisegnato complessivamente l’impianto tributario. Staremo a vedere.
Di seguito la tabella con i dati relativi ai Comuni
Fonte dati: sito Agenzia delle Entrate