FRATELLI, FRATELLINI E SORELLE D’ITALIA, CARTOLINA DA DESTRA A MAURO PIAZZA. “VOGLIAMO CONTARE IN COMUNITÀ MONTANA”



VALSASSINA/LARIO ORIENTALE – Guarda un po’ che simpatica combriccola, fuori a cena lunedì sera al ‘Bellano’ di Taceno. E chissà che ronzio nelle orecchie dell’ex dominus “globale” della politica locale, Mauro Piazza.

La serata di Fratelli – e “fratellini” – d’Italia rappresenta a suo modo un fatto quasi storico per le amministrazioni di qua e di là della Grigna, una sorta di rottura della pax delle casacche o magliette di locatelliana memoria, ricordo sbiadito dei tempi in cui l’ecumenismo di Piazza teneva insieme maggioranze più che ampie all’ombra della Comunità Montana VVVR.

Ora invece c’è questo scatto sorridente all’insegna del partito di moda, comprese facce finora dichiaratamente leghiste (vedi l’ineffabile Benedetti da Introbio e l’ancor più beffardo Sandokan Cariboni oggi sindaco di Sueglio), mescolate ai post fascisti di sempre, con il “timbro” del neo consigliere regionale Zampe. Meloniani schierati e qualche ben noto “professionista dell’antipiazzismo”, sempre pronto a prendere le parti di chiunque ce l’abbia con il sottosegretario in Regione.

Rileva, assai, la presenza premanese, dal paese i cui governanti indossano l’ennesima maglietta nuova – e rispetto alle abitudini alla Brachetti del Piazza di cui sopra sembrano dei giganti, avendone cambiate a iosa nel giro di pochi mesi. C’è mister Premax Giuanòn Gianola ma in prima fila spicca soprattutto la sindachessa Codega. Un tempo fedelissima del giro che fu di Forza Italia poi Lega, ora dopo le trasformazioni succitate neo Sorella d’Italia così coesa da meritare (si sussurra) una candidatura da tutto il gruppone in cartolina a riprendersi il posto da assessora in CM.

Il che – conoscendo lo scarsissimo gradimento odierno nelle fila che compresero la Elide – starà creando formidabili mal di pancia nel giro piazziano. Ma non basta, perché gli ambienti bene informati giurano su una possibile, ulteriore maxi defezione in direzione FdI, dalle parti dell’Alto Lario.

Nel concreto e al momento, i numeri espressi da questo neonato gruppo “alla destra del padre” non paiono potere spaventare la governance comunitaria, ma segnano una cesura e una sorta di campanello d’allarme per chi da anni e anni è abituato non a vincere ma a stravincere.

Un warning vero e proprio su ruolo di oggi e velleità future della nuova ala destrissima della politica locale. Con la quale il lìder (quasi) maximo in consiglio regionale si troverà costretto a fare i conti. Anche se i consensi quelli veri – ossia i voti degli elettori – continuano a premiare lui e non i carbonari di lago e monti.

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