DIETRO LA NOTIZIA: DELPINI CARDINALE SALTA ANCORA, I SALESIANI VICINI ALLA VALLE FESTEGGIANO IL “LORO”



L’annuncio odierno di Papa Francesco, di un nuovo concistoro per il prossimo 30 settembre, con la nomina di ventuno nuovi cardinali, contiene una buona notizia per i tanti ex allievi salesiani del nostro territorio.

Forse molti, nel mezzo di importanti cambiamenti nella nostra diocesi, si aspettavano la concessione della berretta cardinalizia anche al nostro Arcivescovo Delpini, ma così, ancora una volta, non è stato.

Per la cattedra cardinalizia di Milano che fu di Carlo Borromeo, del beato Andrea Ferrari, del beato Idelfonso Schuster, del grande Cardinal Martini e di tanti altri vescovi insigniti della dignità cardinalizia, anche oggi si assiste alla fumata nera.

La memoria storica delle comunità della Valle, che nei ricordi tramandati dalle visite pastorali di S. Carlo e poi di Ferrari e di Schuster, riconosceva nel cardinale di Milano la massima autorità morale della società di quei tempi, si è assopita.

A quella autorità morale, rappresentata da Carlo Maria Martini in epoche più recenti, grazie all’intervento del salesiano valsassinese don Luigi Melesi, cappellano del carcere di S. Vittore, si arresero i brigatisti rossi e con la rocambolesca consegna delle armi in arcivescovado, si diede inizio della fine della lotta armata.

In quell’episodio, da pochi conosciuto, e organizzato con grande strategia da don Luigi Melesi, c’era lo zampino di don Bosco, del suo sistema educativo preventivo, che ha formato tante generazioni anche della nostra Valle. Non sarebbe stato così semplice convincere i brigatisti a desistere dal loro progetto criminale, senza l’intervento di qualche santo in Paradiso.

E di quel sistema educativo preventivo, molti valsassinesi ricordano annualmente gli anni del collegio, soprattutto del Giglio di Vendrogno, con il grande don Camillo Giordani, di cui i suoi ex allievi hanno voluto recentemente dedicargli una pubblicazione.

Ma l’affetto per i Salesiani e i ricordi di don Bosco sono sentiti in tutti i paesi della Valle e in particolar modo a Premana, più affezionata alla casa Salesiana di Sondrio.

Oggi, Papa Francesco ha fatto un grande onore ai Salesiani, annunciando la porpora cardinalizia per il loro Rettor Maggiore don Ángel Fernández Artime, il decimo successore di don Bosco, di nazionalità spagnola.

Potrebbe sembrare una notizia inattesa, ma forse per la visione dell’universalità della Chiesa che ha questo papa, non è così. Forse la scelta potrebbe essere una ovvietà.

Nelle cose ecclesiastiche non è consueto applicare i paradigmi delle cose materiali.

Ma nella situazione in cui si trova la chiesa odierna, avere nel Sacro Collegio il Rettor Maggiore dei Salesiani, che sono una delle congregazioni religiose più diffuse al mondo e impegnate nell’educazione giovanile, applicando il sistema educativo preventivo di don Bosco, è certamente una garanzia.

Il Papa, solo l’anno scorso, ebbe a dire in un suo discorso pubblico che si stava vivendo una grande catastrofe educativa. Pare evidente che la scelta del Pontefice di ricorrere, tra i suoi più stretti collaboratori, al Rettor Maggiore dei Salesiani, appaia la soluzione più azzeccata.

Questa scelta è il frutto del tanto bene che i Salesiani, anche del nostro territorio, hanno fatto con le loro opere. Basti ricordare i fratelli don Luigi Melesi e padre Pedro Melesi, con lo zio monsignor Selva, tutti di Cortenova e tanti altri sacerdoti. E quegli insegnamenti sono sempre ricordati dai tanti ex allievi della Valle e dei paesi limitrofi, nei loro raduni annuali.

Al prossimo convegno degli ex allievi di Vendrogno, ci sarà un motivo in più per festeggiare e per riflettere.

Don Bosco ci ha messo ancora una volta lo zampino.

Valerio Ricciardelli

 

 

 

 

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