Egregio Direttore, non posso che condividere il titolo dell’articolo di sabato 15 luglio pubblicato su Valsassinanews, quando, tra il serio il faceto, ci ha finemente ragguagliato su: “Tutto quello che volevamo sapere ma non abbiamo mai osato chiedere” in merito alla annosa vicenda della bretella più elastica che ci sia mai stata in Valsassina, a memoria d’uomo. A dire il vero chi scrive ma anche altri concittadini hanno a più riprese osato chiedere negli anni e nei mesi scorsi ma le loro più che legittime richieste sono, puntualmente, andate a sbattere contro un muro di gomma. Il tutto condito da una muta alterigia degna di altri tempi e non meritevole di ulteriore menzione. Comunicazione “Anno Zero”.
A Cortabbio, infatti, ma anche nel resto della Valsassina stiamo sempre aspettando che qualcuno si degni di incontrare la popolazione in un incontro pubblico.
Sabato hanno parlato i tecnici ma anche i politici ma gli ultimi, a questo punto, non fanno notizia: si avvicinano infatti importanti appuntamenti elettorali e come da copione, oplà, anche i rappresentanti pro tempore della Provincia, alla buonora, si sono fatti sentire pronti a tendere la mano per raccogliere il plauso che non potrà che essere assai modesto visto che “ci stanno lavorando” da oltre 20 anni e fino all’altro ieri ancora sponsorizzavano la soluzione monca, cioè una bretella che finiva a Cortabbio, paese che rischia di essere penalizzato oltremisura da tale “pensata”, nei fatti, non ancora scongiurata. È, però, impensabile che non si riescano a trovare i residui fondi mancanti per realizzare interamente un tracciato alternativo alla vecchia strada provinciale in Valle ma anche alla turistica strada litoranea a lago e alla Super 36 verso la Valtellina e le Olimpiadi di Bormio 2026. In caso di eventi naturali avversi, sempre più frequenti, la Valsassina non potrà certamente rappresentare una praticabile e sicura soluzione viabilistica, se la tangenziale di Primaluna non sarà interamente costruita e se il tunnel della Taceno-Portone resterà scritto solo nel libro dei sogni.
Per quanto riguarda l’ingegnosa trovata di bypassare con il progetto della Tangenziale anche l’incontro pubblico atteso da tempo sono stati invece molto efficienti, sostituendolo con una riunione a porte chiuse e per di più riservata ai soli sindaci. Anche in questo caso, nulla di nuovo sotto al sole: è solo la conferma che questa fase “storica” è caratterizzata dalla idiosincrasia di cui soffrono molti amministratori nei confronti della trasparenza dovuta ai cittadini da loro amministrati. La Provincia è la proprietaria della strada e mi aspettavo che fossero proprio il presidente e l’assessore alla partita ad illustrarci tali strabilianti obiettivi da loro centrati, senza farci mancare una articolata narrazione sulle soverchie difficoltà incontrate e valorosamente superate nel trovare i finanziamenti indispensabili alla realizzazione del primo e unico lotto funzionale dell’arteria stradale, ancora oggi, la più incompleta di sempre.
Incompleta? Che sia, forse, questo il vero problema e che proprio a causa di ciò nessuno a Villa Locateli ha voglia far vedere la faccia sulla pubblica Piazza?
Deve essere una questione di metodo da quelle parti! Del resto perché meravigliarsi di questo modo di fare riservato ai cittadini delle Terre alte quando anche recentemente e pure al piano c’è chi ha provato a riservare lo stesso trattamento a Forza Italia, storica componente del Centrodestra lecchese. Chi era abituato a vincere facile, sbagliando, ha di nuovo trascurato qualche compagno di cordata e qualche settimana fa ci ha provato per ben due volte a fare a meno dei loro voti ma, dopo aver collezionato altrettanti disastrosi “frontali”, è sceso a più miti consigli e politicamente parlando ha abbassato la cresta. Mi riferisco alle votazioni per il rinnovo del Collegio sindacale a Lario Reti Holding e alla nomina del rappresentante lecchese nel Consiglio delle autonomie locali, in sala Ticozzi a Lecco. In entrambi i casi i voti degli Azzurri sono risultati determinanti! Si sappia che, per vincere le elezioni e ben figurare nelle altre periodiche votazioni, bisogna assicurare pari dignità anche agli alleati ma, in più, servono accordi largamente condivisi e soprattutto i voti necessari.
Per aggiudicarsi quelle significative partite non sono, infatti, bastati i labili e inopportuni appelli telefonici lanciati agli amministratori comunali provenienti dalla “sacrestia” di una storica villa molto vicina alla sala Ticozzi dove chi “guida il calesse”, visto da fuori, dà l’impressione di essere poco informata e del tutto ininfluente. Chissà se l’avrà capita.
Morale. La bretella di Primaluna e i così dolorosi “incidenti” registrati sullo scenario locale, sono argomenti solo in apparenza estranei l’uno all’altro ma in realtà una loro cattiva gestione politica può di nuovo procurare gli stessi, non graditi, grattacapi a chi si sente o meglio si sentiva del tutto autosufficiente: nel primo caso sono stati i “trascurati” compagni di cordata a rimettere le cose a posto, alzando la voce e facendosi rispettare alla grande ma anche i cittadini, andando più numerosi a votare, presto, potrebbero prendersi larghe soddisfazioni eleggendo chi meglio può rappresentarli in Valsassina e sul territorio della nostra Comunità Montana.
Se poi questo dovesse causare altri analoghi dispiaceri al più fico del bigoncio e ai suoi sodali, ce ne faremmo una ragione.
Claudio Baruffaldi
Forza Italia – Valsassina
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