Egregio Direttore,
come ben sa negli ultimi anni ma pure da tempi non sospetti mi occupo di far sapere anche a quei pochi che ancora non se ne fossero accorti che il Parco regionale della Grigna, così com’è, non serve proprio a nulla. Non si sa nemmeno che esista e come tutte le cose inesistenti anche la sua ormai 40ennale storia non ha certamente lasciato quel che si direbbe un solco profondo per quanto riguarda la promozione turistica di quest’area protetta che a dire il vero ha provveduto da sé a farsi conoscere grazie al fascino dei suoi paesaggi e alla bellezza dei nostri territori sospesi tra Lago e Monti e come diciamo da tempo.
I suoi estimatori, infatti, ben conoscono l’esistenza ma anche le finalità della legge regionale 30 novembre 1983, N. 36 “Piano regionale delle aree protette. Norme per l’istituzione e la gestione delle riserve, dei parchi e dei monumenti naturali nonché delle aree di particolare rilevanza naturale e ambientale”. Nelle premesse di tale normativa si dice infatti che nei parchi regionali si dovrà operare in modo unitario per venire incontro alle esigenze territoriali anche in campo ricreativo oltre che per “favorire la crescita economica, sociale e culturale delle comunità residenti” garantendo, ovviamente, la protezione della natura e dell’ambiente montano.
Anche solo limitandosi alle premesse ci sarebbe stato molto da fare ma di concreto, anche sul territorio del Parco, si è visto poco o nulla e questa è la logica conseguenza di non avere nemmeno del personale espressamente dedicato alle attività di un parco regionale che essendo a pochi chilometri da Milano e dalla popolosa Brianza non mancherebbe certamente di utenza ma purtroppo e come ben sappiamo la nostra Comunità Montana, evidentemente, la pensa in modo diverso e non a caso il Parco della Grigna Settentrionale, al confronto con gli altri più operosi parchi lombardi, continua a fare la figura della povera Cenerentola. Il nostro parco, infatti, non gode neppure di una sua specifica gestione e si accontenta di essere gestito – parola grossa visti gli scarsi risultati – direttamente dall’ente montano che fa quel che può ma certamente e ad opinione comune non raggiunge la sufficienza da alcun punto di vista perché è totalmente assente dalla Valle.
Questo era il deprimente scenario almeno fino al convegno organizzato recentemente alla fornace dei Mantovani per farci sapere che, in tema di valorizzazione della montagna tutto va bene Madama la marchesa, e presto altri soldoni di noi cittadini fioccheranno sulle nostre teste e tutti i problemi saranno risolti e se c’è qualcuno che ha altre richieste da fare, questo è il momento che i nostri santi in paradiso provvederanno presto e bene. Piste ciclabili comprese, anche quelle sugli alti monti tra Bergamo, Lecco e Sondrio. Quel giorno, quello del convegno, stava andando quasi tutto nel verso giusto, quello sperato dagli organizzatori, salvo qualche presenza ritenuta inopportuna dai soliti noti. Un certo nervosismo aleggiava in sala quando dal pubblico si è levata la voce, forte e chiara, dell’ex sindaco di Perledo, Nando De Giambattista, che con decisione ha chiesto notizie del desaparecido Parco della Grigna che si espande anche nella sua Val d’Esino, chiedendo come sia possibile che tanto immobilismo blocchi di fatto la promozione e l’azione dell’area protetta.
A fare chiarezza non sono certo servite le imbarazzate e pressapochiste risposte dei cosiddetti vertici comunitari e del resto cosa avrebbero potuto dire per negare l’annosa ed evidente inconcludenza che sta sotto gli occhi di tutti? Sembra, però, che le prossime elezioni amministrative del 2024 con il conseguente rinnovo di molti consigli comunali sul territorio della CM abbia fatto sobbalzare sulla sedia anche l’arguto enfant prodige della politica locale che proprio non vorrebbe affrontare il confronto sul parco, nei paesi più interessati, partendo da una posizione di così evidente svantaggio. Che sia la volta buona che anche a Milano si decidano a ri-dare un governo degno di questo nome a uno dei parchi più frequentati in Regione Lombardia, eliminando una volta per tutte questa cosiddetta “Gestione speciale”? Di particolare e peculiare, l’attuale gestione, da sbandierare ha soltanto la pressoché totale assenza di risultati mentre credo sia giunta l’ora di affidarne il governo a chi é dotato di specifica managerialità, in materia di programmazione e accoglienza turistica e ciò in favore della Valsassina e del suo Lago.
C’é, dunque, da chiedersi quando vedremo il Parco della Grigna farsi parte attiva nella Federazione fra i Parchi della Lombardia e, a tal fine, è bene che in Comunità Montana si convincano che non è più tempo di ordinaria amministrazione! Non dovrebbe essere una roba così difficile anche perché se ne parla ormai da decenni e dunque o si fa qualcosa oppure si tolga quella inutile targa dalla porta.
Da ultimo ma non per ultimo. Siccome anche la logistica ha la sua importanza, la sede legale del Parco della Grigna Settentrionale, ad opinione di scrive ma come si era detto fin dalla sua istituzione, dovrebbe essere ospitata nel Comune di Esino Lario il cui territorio è completamente ricompreso all’interno dei confini del parco, favorendo così l’utenza della Riviera, mentre l’altra sede distaccata ma egualmente operativa a disposizione degli utenti della Valsassina, potrebbe continuare a trovare posto presso la sede della CM, come già avviene ai giorni nostri.
Claudio Baruffaldi
Forza Italia
Valsassina
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