L’INTERVENTO/”SEMPRE, PER SEMPRE AL SICURO”. GRAZIE A CHI SI FA DOMANDE



“Scusate, abbiamo sentito una signora dire che voleva andare a casa, diceva ad alta voce che voleva andare “ai Noccoli”, volevamo essere certi che tutto fosse a posto”: alle 20 del 12 agosto è suonato il citofono in Rsa, e questa è stata la frase riportata dalla signora che, passando davanti alla casa di riposo, ha sentito dire da un’ospite a gran voce.

Le ho detto, rendendomi conto di sorridere mentre le rispondevo, che sapevo benissimo di che ospite stesse parlando, e che capitano e capiteranno altri episodi simili, soprattutto al piano terra dove si trova il Nucleo Protetto.

Ho ringraziato comunque la signora perché credo che le persone fragili debbano SEMPRE e COMUNQUE essere tutelate, non solo da noi che lavoriamo nelle Rsa ma da chi ha coscienza e si interroga su come possano essere accudite le persone all’interno di una casa di riposo.

Qualche anno fa era ospite presso la Rsa di Barzio mio padre: stava al secondo piano, camera 20, reparto San Giuseppe.

Ogni mattina quando le operatrici “provavano” a fare l’igiene, mio padre si lamentava ad alta voce: ho visto in diretta più volte la scena, e le operatrici non stavano assolutamente facendo nulla di male, anzi! Eppure ogni mattino, per lungo tempo, la reazione era la stessa. Era il 2017 e diverse volte mia mamma, che si era trasferita per stargli accanto (nel condominio di fronte, al secondo piano, “in modo che dalla finestra potesse vedere la sua”) mi ha detto: “solo stando dentro questa realtà si capiscono le cose davvero, perché da fuori, senza comprendere “cosa accade dentro” puoi immaginarti altro”. Me lo diceva con stima profonda per il lavoro che veniva fatto dagli operatori (dall’addetta alle pulizie, all’oss, all’infermiere, al medico) e con la ferma convinzione che finché non vivi DA DENTRO alcune situazioni, non puoi comprenderle.

Quando ieri sera è suonato il citofono mi è tornata in mente mia madre, quando diceva questa frase: “A volte passeggiavo la sera e sentivo ospiti che ripetevano di voler andare a casa: se non avessi conosciuto la realtà della casa di riposo dall’interno, avrei pensato in negativo, ma VIVENDO nel quotidiano la vita in reparto ho imparato a comprendere, a scindere alcuni aspetti, ad essere più aperta e grata”.

Io ringrazio chi si fa domande, ringrazio chi approfondisce, chi chiede spiegazione, chi si confronta con l’equipe e con me per diversi aspetti della vita del proprio caro in Rsa: sono grata perché serve anche a me farmi domande, farle a mia volta, confrontarmi con gli altri, riprendere le persone quando qualcosa non va per il verso giusto.

Ringrazio ogni persona che aumenta la consapevolezza, la qualità, la lotta per quello che è il Bene dell’ospite. Ad ogni campanello che suonerà, io darò risposta. E se non avrò risposta, la cercherò insieme al gruppo dei collaboratori.

È la sola via per fare in modo che gli ospiti, i fragili, siano sempre, e per sempre, al sicuro.

Veronica Bonicalzi

Direttrice di struttura
Rsa Casa Sant’Antonio
Barzio

 

 

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